Ruolo dell’amante e cercare amante. Cosa si cerca in un’amante? Psicologia dell’amante

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    Cosa si cerca in un’amante?

    La domanda su cosa si cerca in un’amante è complessa e non ha una risposta univoca.

    Ogni individuo ha le proprie motivazioni, le proprie fantasie, le proprie aspettative quando si avvicina a una persona che non è il partner ufficiale.

    Tuttavia, possiamo provare a tracciare alcune linee guida basate sulla prospettiva psicoanalitica, che considera l’amante come una figura che soddisfa un bisogno inconscio, spesso legato a una mancanza o a una frustrazione originaria.

    Ruolo dell’amante, cosa si cerca in un’amante. psicologia psicodinamica

    Il ruolo dell’amante è un tema complesso e controverso, che coinvolge aspetti emotivi, relazionali e psicologici. Cosa si cerca in un’amante? Quali sono le motivazioni che spingono una persona a intraprendere una relazione extraconiugale? Quali sono le conseguenze per il partner tradito e per il partner traditore?

    La psicologia psicodinamica offre alcuni spunti di riflessione per cercare di comprendere meglio questo fenomeno.

    In generale, si può dire che l’amante rappresenta una figura di compensazione, che soddisfa bisogni o desideri che non vengono appagati nella relazione principale. L’amante può essere visto come una fonte di gratificazione, di novità, di eccitazione, di sfida, di conferma, di appartenenza, di cura o di protezione. L’amante può anche essere una proiezione di parti della personalità che il partner traditore non riesce ad esprimere o ad accettare in se stesso o nella sua relazione ufficiale.

    La psicologia psicodinamica si interessa anche dei conflitti inconsci che sottendono la scelta dell’amante e della relazione extraconiugale. Spesso, infatti, l’amante è una figura ambivalente, che suscita sentimenti contrastanti di amore e odio, di attrazione e repulsione, di dipendenza e autonomia.

    L’amante può essere anche una figura transizionale, che aiuta il partner traditore a superare una crisi esistenziale o a elaborare un lutto o una perdita. In alcuni casi, l’amante può essere una figura regressiva, che riporta il partner traditore a uno stadio infantile o adolescenziale, in cui cerca di rivivere esperienze passate o irrisolte.

    La relazione extraconiugale ha delle ripercussioni sia sul partner tradito che sul partner traditore. Il partner tradito può provare sentimenti di rabbia, di dolore, di vergogna, di colpa, di umiliazione, di sfiducia, di paura o di depressione. Il partner tradito può anche mettere in discussione il proprio valore, la propria identità, la propria sessualità e la propria relazione.

    Il partner traditore può provare sentimenti di ansia, di stress, di confusione, di colpa, di rimorso, di negazione o di giustificazione. Il partner traditore può anche vivere un conflitto tra il desiderio di mantenere la relazione principale e quello di continuare la relazione extraconiugale.

    La psicologia psicodinamica propone alcuni interventi terapeutici per affrontare la questione dell’amante e della relazione extraconiugale. In primo luogo, è importante esplorare le cause e i significati della scelta dell’amante e della relazione extraconiugale. In secondo luogo, è importante lavorare sulle emozioni e sui conflitti che emergono nel partner tradito e nel partner traditore.

    In terzo luogo, è importante favorire la comunicazione e il dialogo tra i partner, per cercare di ricostruire la fiducia e il legame. In quarto luogo, è importante aiutare i partner a rinegoziare le regole e le aspettative della loro relazione. In quinto luogo, è importante sostenere i partner nel processo di cambiamento e di crescita personale e relazionale.

    L’amante. L’archetipo dell’amante

    Un archetipo è un modello originario e universale che si manifesta nella psiche umana, nelle opere artistiche e nelle credenze religiose. Il termine fu introdotto dallo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, che individuò diversi archetipi fondamentali, tra cui quello dell’amante.

    L’archetipo dell’amante è una delle figure più ricorrenti nella letteratura, nell’arte e nella psicologia. Si tratta di una persona che vive per l’amore, che cerca di soddisfare i propri desideri e quelli dell’altro, che si lascia guidare dalle emozioni e dalla passione.

    Per esempio, possiamo pensare a Romeo e Giulietta, a Tristano e Isotta, a Dante e Beatrice, come espressioni dell’archetipo dell’amante romantico e idealista. Jung riteneva che l’archetipo dell’amante fosse legato al principio femminile, chiamato anima, che si manifesta nell’uomo come la sua controparte psichica.

    L’archetipo dell’amante può assumere diverse sfumature, a seconda del contesto e della personalità di chi lo incarna. Può essere romantico, sensuale, fedele, infedele, idealista, realista, altruista, egoista, generoso, possessivo, creativo, distruttivo.

    Per esempio, possiamo pensare a Don Giovanni, a Casanova, a Cleopatra, come espressioni dell’archetipo dell’amante sensuale e infedele.

    L’archetipo dell’amante rappresenta la capacità di entrare in relazione con gli altri, di esprimere i propri sentimenti, di apprezzare la bellezza e il piacere. Tuttavia, può anche portare a dipendenze affettive, a conflitti interiori, a sofferenze e delusioni. Per esempio, possiamo pensare a Werther, a Anna Karenina, a Madame Bovary, come espressioni dell’archetipo dell’amante sofferente e deluso.

    L’archetipo dell’amante è quindi un aspetto fondamentale della natura umana, che va riconosciuto e integrato con gli altri archetipi per raggiungere un equilibrio psichico.

    Cosa si cerca in un’amante? La prospettiva psicoanalitica

    Secondo la psicoanalisi, il desiderio è una forza che ci spinge verso un oggetto che ci appare come fonte di piacere e di appagamento. Il desiderio nasce da un’insoddisfazione, da un vuoto che cerchiamo di colmare con qualcosa o qualcuno che ci sembra in grado di riempirlo. Il desiderio è anche legato alla nostra storia personale, alle nostre esperienze infantili, ai nostri legami affettivi primari, ai nostri conflitti interni.

    In questo senso, l’amante può essere visto come una proiezione di una parte di noi stessi che non riusciamo a integrare nella nostra personalità o nella nostra relazione di coppia. L’amante può rappresentare un aspetto del nostro io ideale, una qualità che vorremmo avere o che abbiamo perso, un modo di essere che ci attrae o ci sfida.

    L’amante può anche essere una compensazione di una carenza o di una insoddisfazione nel rapporto con il partner ufficiale, una valvola di sfogo per esprimere una parte della nostra sessualità o della nostra emotività che non trovano spazio nella vita coniugale.

    La ricerca dell’amante, quindi, è motivata da un desiderio di completamento, di arricchimento, di trasgressione.

    Si cerca in un’amante quello che non si ha o non si può avere nel partner ufficiale, ma anche quello che non si conosce o non si accetta di sé.

    Si cerca in un’amante una sfida, una sorpresa, una scoperta. Si cerca in un’amante un’emozione intensa e diversa da quella quotidiana.

    Tuttavia, il desiderio che ci porta verso l’amante non è sempre cosciente e razionale. Spesso è guidato da pulsioni inconsce, da rimozioni, da transfert, da meccanismi di difesa. Si cerca in un’amante una figura simbolica che risveglia in noi dei ricordi infantili, dei traumi irrisolti, dei bisogni repressi. Si cerca in un’amante una ripetizione di uno schema affettivo familiare, anche se doloroso o conflittuale. Si cerca in un’amante una soluzione illusoria a un problema esistenziale.

    Per capire meglio cosa sono i desideri inconsci e come influenzano la ricerca dell’amante, possiamo fare riferimento alla teoria freudiana dell’inconscio. Secondo Freud, l’inconscio è la parte della nostra mente che contiene i pensieri, i sentimenti, le pulsioni e i ricordi che sono stati rimossi dalla coscienza perché incompatibili con il nostro io e con le norme sociali. L’inconscio non segue le regole della logica e della realtà, ma quelle del piacere e del sogno. L’inconscio si manifesta attraverso i lapsus, i sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici.

    I desideri inconsci sono spesso legati alla sfera sessuale e affettiva e hanno origine nelle prime fasi dello sviluppo psichico. Freud distingue tre fasi fondamentali: la fase orale (da 0 a 18 mesi), in cui il piacere è legato alla bocca e al seno materno; la fase anale (da 18 mesi a 3 anni), in cui il piacere è legato all’ano e al controllo degli sfinteri; la fase fallica (da 3 a 6 anni), in cui il piacere è legato al pene o al clitoride e al rapporto con il genitore opposto. In queste fasi si formano i complessi di Edipo e di Elettra, che sono dei conflitti tra il desiderio di possedere il genitore opposto e la paura di essere puniti dal genitore stesso.

    I desideri inconsci che nascono in queste fasi non vengono mai del tutto superati, ma rimangono latenti nell’inconscio e possono riattivarsi in situazioni successive. La ricerca dell’amante può essere una di queste situazioni, in cui si cerca di rivivere o di risolvere i conflitti infantili con una persona che simbolizza il genitore opposto o lo stesso.

    L’amante può essere una figura che ci fa sentire amati, protetti, nutriti, come il seno materno; o una figura che ci fa sentire potenti, autonomi, padroni, come l’ano; o una figura che ci fa sentire desiderati, attraenti, completi, come il pene o il clitoride.

    La ricerca dell’amante, però, non è priva di rischi e di conseguenze. L’amante è una figura ambigua, che ci offre al tempo stesso piacere e sofferenza, libertà e vincolo, novità e ripetizione. L’amante è un’occasione per scoprire nuove sfumature della nostra personalità, ma anche per perderci in un labirinto di illusioni e conflitti. L’amante può essere fonte di crescita personale, ma anche di crisi relazionale.

    Psicologia dell’amante

    La psicologia dell’amante è un tema complesso e delicato, che coinvolge aspetti emotivi, relazionali e sociali. Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma possiamo provare a individuare alcuni fattori che possono influenzare la scelta di avere una relazione extraconiugale.

    Innanzitutto, bisogna considerare il contesto in cui si svolge la relazione principale, ovvero il matrimonio o la convivenza. Se questo contesto è caratterizzato da insoddisfazione, conflitto, routine, noia o mancanza di comunicazione, può crearsi una spinta verso la ricerca di qualcosa di diverso, di più appagante, di più stimolante.

    L’amante può rappresentare una via di fuga, una valvola di sfogo, una fonte di gratificazione personale.

    Per esempio, una donna sposata da molti anni con un marito distante e freddo può cercare un’amante che le dia affetto e passione.

    Oppure un uomo sposato con una moglie troppo esigente e critica può cercare un’amante che lo apprezzi e lo rassicuri.

    In secondo luogo, bisogna tenere conto della personalità e delle motivazioni di chi ha un’amante. Alcune persone possono avere una tendenza alla trasgressione, al rischio, alla novità, che le porta a cercare esperienze diverse e variegate. Altre persone possono avere un bisogno di conferma, di riconoscimento, di sicurezza, che le spinge a cercare l’approvazione e l’attenzione di più partner.

    Ancora altre persone possono avere una difficoltà a impegnarsi, a stabilire legami profondi e duraturi, a gestire i conflitti e le frustrazioni, che le induce a evitare la responsabilità e la fedeltà. Per esempio, una persona con una personalità narcisistica può cercare un’amante per sentirsi superiore e desiderata. Oppure una persona con una personalità dipendente può cercare un’amante per compensare la mancanza di sostegno e protezione.

    A questo proposito, possiamo richiamare alcune teorie psicoanalitiche sull’amante. Per Freud, l’amante sarebbe il frutto di una regressione alla fase edipica, in cui il soggetto cerca di rivivere il rapporto con il genitore del sesso opposto. Per Jung, l’amante sarebbe l’espressione dell’anima gemella, ovvero della parte complementare e nascosta della propria personalità. Per Lacan, l’amante sarebbe il simbolo del desiderio impossibile da soddisfare, che genera una continua insoddisfazione.

    Infine, bisogna considerare il ruolo e il significato dell’amante nella vita di chi lo ha. L’amante può essere visto come un complemento, un’integrazione, un arricchimento della relazione principale, senza metterla in discussione o in pericolo. Oppure può essere visto come un’alternativa, una sostituzione, una soluzione alla relazione principale, con l’intenzione di interromperla o modificarla.

    Inoltre può essere visto come un’occasione, una possibilità, una scoperta della propria sessualità e identità, senza coinvolgimenti affettivi o sentimentali.

    Per esempio, una coppia sposata da anni può avere un’amante ciascuno per ravvivare la propria vita sessuale e sentimentale.

    Oppure una persona infelice nel proprio matrimonio può avere un’amante per prepararsi a lasciare il proprio partner. O ancora una persona curiosa e aperta può avere un’amante per sperimentare nuove forme di erotismo e intimità.

    Come si può vedere, le ragioni che spingono a cercare un’amante sono molteplici e diverse. Non si tratta di giudicare o condannare chi ha un’amante, ma di capire le sue motivazioni e le sue aspettative. Solo così si potrà affrontare la situazione con consapevolezza e responsabilità.

    L’amante: quali sono le tre fasi dell’amante

    Quali sono le tre fasi dell’amante secondo la psicoanalisi?

    Questa è una domanda che molti si pongono quando si trovano in una relazione extraconiugale o quando scoprono che il proprio partner ha una relazione segreta. Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma si possono individuare alcune fasi comuni che caratterizzano la vita di un amante e che hanno una spiegazione psicologica.

    Vediamo quali sono questi meccanismi e come si manifestano con degli esempi.

    La prima fase è quella dell’innamoramento, in cui l’amante vive una forte attrazione fisica ed emotiva per il partner infedele.

    In questa fase, l’amante tende a idealizzare il partner, a ignorare i suoi difetti e a credere di essere l’unico in grado di soddisfarlo.

    L’amante prova un senso di euforia, di felicità e di complicità con il partner, e si sente speciale e privilegiato. L’amante vive la relazione come un’avventura appassionante e trasgressiva, e non si pone il problema delle conseguenze.

    Secondo la psicoanalisi, questa fase è dovuta al meccanismo della proiezione, in cui l’amante attribuisce al partner le qualità che desidera per sé o che ha perso nella sua vita. L’amante cerca nel partner una fonte di gratificazione narcisistica e di completamento. Per esempio, un amante può proiettare sul partner infedele la sua voglia di libertà, di avventura, di passione, di successo o di sicurezza. Oppure può proiettare sul partner le qualità che gli mancano nella sua relazione ufficiale, come l’attenzione, l’affetto, il dialogo o il rispetto.

    La seconda fase è quella della crisi, in cui l’amante inizia a rendersi conto della realtà della situazione. In questa fase, l’amante si confronta con le difficoltà e le sofferenze che comporta essere l’altro o l’altra.

    L’amante si sente insicuro, geloso, frustrato e angosciato. L’amante si rende conto che il partner non ha intenzione di lasciare la sua famiglia, che lo vede solo quando può e che gli nasconde molte cose. L’amante si sente usato, tradito e manipolato. L’amante vive la relazione come una trappola da cui non riesce a uscire.

    Secondo la psicoanalisi, questa fase è dovuta al meccanismo della disillusione, in cui l’amante scopre che il partner non corrisponde all’immagine ideale che si era fatto di lui o di lei. L’amante si rende conto che il partner ha dei limiti, dei difetti e dei conflitti.

    L’amante entra in una spirale di dipendenza affettiva e di ambivalenza. Per esempio, un amante può disilludersi quando scopre che il partner infedele ha altre relazioni segrete oltre a lui o a lei. Oppure quando capisce che il partner non è disposto a sacrificare nulla per lui o per lei, ma vuole mantenere lo status quo.

    La terza fase è quella della rottura, in cui l’amante decide di porre fine alla relazione o viene lasciato dal partner. In questa fase, l’amante prova un senso di liberazione, ma anche di dolore, di rabbia e di vuoto. L’amante deve affrontare il lutto della relazione, il senso di colpa, la vergogna e il rimorso. L’amante deve ricostruire la sua autostima, la sua identità e i suoi progetti. L’amante vive la relazione come un errore da cui ha imparato qualcosa.

    Secondo la psicoanalisi, questa fase è dovuta al meccanismo della sublimazione, in cui l’amante trasforma l’energia libidica legata al partner in altre forme di espressione creativa o sociale. L’amante cerca di dare un senso alla sua esperienza e di trovare nuovi obiettivi nella sua vita. Per esempio, un amante può sublimare la sua passione per il partner in un’attività artistica, sportiva o professionale. Oppure può sublimare il suo dolore in un’opera di beneficenza, di volontariato o di impegno civile.

    Perchè si sceglie di fare l’amante?

    Perchè si sceglie di fare l’amante? Questa è una domanda che molti si pongono, ma che non ha una risposta univoca. Ci sono infatti diversi motivi che possono spingere una persona a intraprendere una relazione extraconiugale, e non sempre sono legati a una mancanza di amore o di soddisfazione nel matrimonio. Alcuni possibili fattori sono:

    • La ricerca di avventura e di novità. Alcune persone si sentono annoiate dalla routine quotidiana e dalla monotonia della vita coniugale, e cercano di vivacizzare la propria esistenza con esperienze diverse e stimolanti. L’amante rappresenta una sfida, un’emozione, un modo per sentirsi vivi e desiderati.
    • La necessità di conferma e di autostima. Altre persone si sentono insicure di sé e del proprio valore, e hanno bisogno di ricevere attenzioni e complimenti da qualcuno che le apprezzi e le faccia sentire speciali. L’amante è una fonte di gratificazione, di riconoscimento, di appagamento narcisistico.
    • La mancanza di comunicazione e di intimità. Altre ancora si sentono sole e incomprese dal proprio partner, e non riescono a stabilire un dialogo profondo e sincero con lui o lei. L’amante è una persona con cui condividere pensieri, sentimenti, interessi, passioni, che le capisce e le ascolta.
    • La diversità di bisogni e di aspettative. Infine, ci sono persone che si rendono conto di non essere più in sintonia con il proprio partner, e di avere visioni diverse della vita, del futuro, della coppia. L’amante è una persona che rispecchia i propri desideri, i propri valori, i propri obiettivi, che le offre quello che il partner non le dà.

    Questi sono solo alcuni esempi, ma ci sono sicuramente altri motivi che possono portare a fare l’amante. Ogni caso è a sé, e dipende dalla storia personale, dalla personalità, dal contesto, dalle circostanze. Non si tratta quindi di giudicare o condannare chi fa questa scelta, ma di cercare di capire le ragioni che la sottendono, e le conseguenze che comporta.

    L’amante narcisista: come riconoscere un’amante narcisista

    L’amante narcisista è una persona che soffre di un disturbo della personalità caratterizzato da un senso di superiorità, un bisogno eccessivo di ammirazione e una mancanza di empatia.

    Come possiamo riconoscere un amante narcisista? Ci sono alcuni segnali che possono metterci in guardia, come:

    • Il narcisista si mostra affascinante, carismatico e sicuro di sé, ma in realtà è arrogante, presuntuoso e egocentrico.
    • Il narcisista ci fa sentire speciali, unici e irripetibili, ma in realtà ci idealizza e ci idealizza solo per poi svalutarci e abbandonarci.
    • Il narcisista ci riempie di attenzioni, complimenti e regali, ma in realtà ci manipola e ci controlla.
    • Il narcisista ci promette fedeltà, amore eterno e felicità, ma in realtà ci tradisce, ci mente e ci fa soffrire.
    • Il narcisista non si interessa dei nostri sentimenti, pensieri e bisogni, ma solo dei suoi.
    • Il narcisista non rispetta i nostri spazi, i nostri tempi e i nostri limiti, ma li invade e li viola.
    • Il narcisista non accetta le nostre critiche, le nostre opinioni e le nostre differenze, ma le rifiuta e le attacca.
    • Il narcisista non si scusa mai per i suoi errori, le sue colpe e le sue mancanze, ma le nega o le scarica su di noi.

    Secondo la psicologia psicodinamica, il narcisismo è una difesa contro un profondo senso di inferiorità e insicurezza, che si origina nell’infanzia a causa di traumi, abbandoni o carenze affettive. Il narcisista si costruisce una falsa immagine di sé, idealizzata e onnipotente, che nasconde il suo vero sé, fragile e vulnerabile.

    Per mantenere questa immagine, il narcisista ha bisogno di conferme costanti da parte degli altri, che usa come oggetti per soddisfare i propri desideri e bisogni. Il narcisista non è in grado di stabilire una relazione autentica e profonda con il partner, ma lo vede come uno specchio che riflette la sua grandezza o come una fonte di gratificazione narcisistica.

    Il narcisista non prova vero amore, ma solo interesse, manipolazione e sfruttamento. Per esempio, il narcisista può sedurre il partner con lusinghe, regali e promesse, per poi tradirlo, mentirgli e maltrattarlo. Il narcisista non si assume la responsabilità delle proprie azioni, ma incolpa sempre il partner di tutto ciò che va storto.

    Il narcisista non accetta le critiche, ma reagisce con rabbia, aggressività o vittimismo. Il narcisista non cambia mai, ma ripete sempre gli stessi schemi di comportamento. L’amante narcisista è un pericolo per la salute mentale e fisica del partner, che può subire abusi, umiliazioni e tradimenti.

    L’amante narcisista conseguenze

    L’amante narcisista è una persona che soffre di un disturbo della personalità caratterizzato da un senso di superiorità, un bisogno eccessivo di ammirazione e una mancanza di empatia. Essere in una relazione con un amante narcisista può avere conseguenze devastanti per il partner, che può subire:

    • Danneggiamento dell’autostima: il partner del narcisista viene svalutato, criticato e umiliato, fino a perdere la fiducia in se stesso e nel proprio valore. Per esempio, il narcisista può dire al partner che è brutto, stupido, incapace o inutile, o confrontarlo con altre persone più attraenti, intelligenti o brave.
    • Isolamento sociale: il partner del narcisista viene isolato dagli amici, dalla famiglia e dalle altre persone importanti, per essere più facilmente controllato e manipolato. Per esempio, il narcisista può impedire al partner di uscire, di frequentare le sue conoscenze o di partecipare a eventi sociali, o creare dei conflitti con le persone a lui vicine.
    • Dipendenza emotiva: il partner del narcisista diventa dipendente dal suo amore, dalla sua approvazione e dalla sua attenzione, anche se sono intermittenti e condizionati. Per esempio, il narcisista può alternare momenti di dolcezza e affetto a momenti di freddezza e indifferenza, o elogiare il partner per poi criticarlo o ignorarlo.
    • Confusione mentale: il partner del narcisista viene sottoposto a tecniche di manipolazione come il gaslighting, il silent treatment e il triangolo amoroso, che lo portano a dubitare della propria realtà e della propria sanità mentale. Per esempio, il narcisista può negare o distorcere i fatti, accusare il partner di essere pazzo o paranoico, o flirtare con altre persone per suscitare gelosia o insicurezza.
    • Disturbi psicologici: il partner del narcisista può sviluppare disturbi come ansia, depressione, stress post-traumatico, disturbo borderline di personalità o disturbo dipendente di personalità. Per esempio, il partner può avere attacchi di panico, pensieri suicidi, flashback traumatici, impulsività o difficoltà a regolare le emozioni.
    • Problemi fisici: il partner del narcisista può avere problemi di salute come insonnia, cefalea, dolori muscolari, problemi digestivi o problemi cardiaci. Per esempio, il partner può soffrire di insonnia a causa dell’ansia e dello stress, di mal di testa a causa della tensione nervosa, di dolori muscolari a causa della contrazione involontaria dei muscoli o di problemi digestivi a causa dell’alterazione della flora intestinale.

    Quali sono i sintomi di una relazione con un’amante narcisista

    Una relazione con un’amante narcisista può essere molto dannosa per la propria salute mentale ed emotiva. I sintomi di una tale relazione possono includere:

    • Sentirsi costantemente insicuri, inadeguati o indifesi. Per esempio, l’amante narcisista può farvi sentire che non siete abbastanza belli, intelligenti o interessanti per lui o per lei.
    • Avere paura di esprimere i propri bisogni, sentimenti o opinioni. Per esempio, l’amante narcisista può ignorarvi, interrompervi o sminuirvi quando parlate di voi stessi o delle vostre emozioni.
    • Subire manipolazioni, bugie, minacce o ricatti. Per esempio, l’amante narcisista può promettervi di cambiare, ma poi tradirvi di nuovo. Oppure può minacciarvi di lasciarvi se non fate quello che vuole lui o lei.
    • Essere oggetto di critiche, umiliazioni o derisioni. Per esempio, l’amante narcisista può insultarvi, ridicolizzarvi o mettervi in imbarazzo davanti agli altri.
    • Avere scarsa autostima, senso di colpa o vergogna. Per esempio, l’amante narcisista può farvi sentire responsabili dei suoi problemi, dei suoi errori o della sua infelicità.
    • Isolarsi dagli amici, dalla famiglia o dagli altri interessi. Per esempio, l’amante narcisista può impedirvi di vedere le persone che vi vogliono bene, o di dedicarvi alle vostre passioni o ai vostri hobby.
    • Sperimentare ansia, depressione, stress o disturbi psicosomatici. Per esempio, l’amante narcisista può causarvi mal di testa, insonnia, nausea o altri sintomi fisici dovuti allo stress emotivo.
    • Avere difficoltà a fidarsi degli altri o a stabilire relazioni sane. Per esempio, l’amante narcisista può avervi feriti così tanto da rendervi diffidenti, timidi o chiusi verso le altre persone.

    Se si riconoscono alcuni di questi sintomi, è importante cercare aiuto professionale e allontanarsi dall’amante narcisista. Questo tipo di relazione non è basata sull’amore, ma sul controllo e sul potere.

    L’amante narcisista: La psicoterapia psicodinamica

    Una relazione con un’amante narcisista può avere effetti devastanti sulla salute mentale e fisica di chi ne è vittima. Il narcisista usa il suo fascino, la sua seduzione e la sua manipolazione per creare una dipendenza emotiva nel suo partner, che si sente sempre più isolato, confuso e insicuro.

    Il narcisista non prova empatia, non rispetta i bisogni e i sentimenti altrui, e non si assume la responsabilità delle sue azioni. Il suo obiettivo è quello di mantenere il controllo e il potere sulla relazione, a scapito della felicità e del benessere del suo partner.

    La psicoterapia psicodinamica può essere uno strumento efficace per aiutare le persone che hanno subito le conseguenze di una relazione con un’amante narcisista. Questo tipo di terapia si basa sull’analisi dei processi inconsci che influenzano il comportamento, le emozioni e i rapporti interpersonali.

    Il terapeuta aiuta il paziente a riconoscere e a elaborare i traumi, i conflitti e le ferite che sono alla base della sua sofferenza. Inoltre, il terapeuta sostiene il paziente nel rafforzare la sua autostima, nel recuperare la sua identità e nel ripristinare la sua capacità di amare e di fidarsi degli altri.

    Alcuni esempi clinici di vantaggi della psicoterapia psicodinamica sono:

    • Marco, 35 anni, ha avuto una relazione di due anni con una donna sposata che si è rivelata essere una narcisista. Marco ha sofferto di insonnia, attacchi di panico e senso di colpa per aver tradito la moglie.
    • Con la psicoterapia psicodinamica, Marco ha capito che la sua relazione era basata su una falsa idealizzazione della sua amante, che lo usava per soddisfare i suoi bisogni egoistici. Marco ha anche scoperto che la sua infedeltà era legata a un conflitto irrisolto con il padre, che lo aveva abbandonato da bambino. Marco ha lavorato sul suo lutto, sulla sua rabbia e sul suo perdono, e ha ritrovato la serenità nella sua vita familiare.
    • Laura, 28 anni, ha avuto una relazione di sei mesi con un uomo che si è dimostrato essere un narcisista. Laura ha subito violenze verbali, fisiche e sessuali da parte del suo partner, che la minacciava di lasciarla se non si sottometteva ai suoi desideri. Laura ha sviluppato una depressione maggiore, una bassa autostima e un disturbo post-traumatico da stress.
    • Con la psicoterapia psicodinamica, Laura ha preso coscienza della sua dipendenza affettiva dal suo partner, che era dovuta a una carenza di amore materno nella sua infanzia. Laura ha anche riconosciuto il suo bisogno di protezione e di sicurezza, che cercava in una persona sbagliata. Laura ha imparato a valorizzare se stessa, a difendere i suoi diritti e a stabilire dei limiti nelle sue relazioni.
    Massimo Franco
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