Ansia e disturbi d’ansia: cosa sono, sintomi, cause e cura

Indice dei Contenuti

Cos’è l’ansia? Quali sono i suoi sintomi e come si manifesta?

Attraverso un approccio psicoanalitico, in questo articolo cercheremo di fare luce su una condizione psichica molto comune e normalmente presente in ogni essere umano.

Vedremo, inoltre, quali possono essere le cause dell’ansia e quando è necessario chiedere aiuto.

Ansia e disturbi d'ansia
Recensioni Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona

Ansia: una definizione secondo la prospettiva Psicoanalitica

Il termine ansia è molto diffuso ed è usato per indicare un complesso di reazioni emotive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano successivamente alla percezione di uno stimolo che viene ritenuto minaccioso.

L’ansia può essere definita come una condizione psichica caratterizzata da sensazioni di paura – che possono derivare da stimoli soggettivi od oggettivi – e prevalentemente consapevole. Questa condizione psichica è inoltre spesso associata a sintomi corporei – come palpitazioni, senso di oppressione al petto, affanno, tremori.

Entro certi limiti l’ansia è fisiologica ed assume caratteri patologici quando è sproporzionata all’evento scatenante o si manifesta in assenza di motivi apparenti, oppure quando si protrae nel tempo ed è di intensità tale da interferire con il funzionamento.

L’ansia è uno stato affettivo che è normalmente presente in ogni essere umano e costituisce una risposta fisiologica a situazioni che richiedono un grado di attivazione sia sul piano psichico che del corpo. Comporta quindi uno stato di attivazione sia del corpo che della mente, nei confronti di una situazione percepita soggettivamente come fonte di pericolo. Quindi altro non è che una risposta adattiva che ha lo scopo di preservare il soggetto dalle conseguenze di un possibile pericolo. Per questo motivo le reazioni possono essere sia di “fuga” dal pericolo che di “attacco”. 

L’ Ansia  è quindi caratterizzata da una componente psichica – un senso soggettivo di difficoltà di concentrazione, insicurezza, ruminazione, inquietudine, apprensione -, da una componente neurovegetativa – vertigini, senso di soffocamento, tremori, tachicardia, sudorazione – e infine da una componente motoria – caratterizzata da agitazione, irrequietezza, tensione. 

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Distinzione tra ansia di stato e ansia di tratto

Questa distinzione è stata è stata introdotta per la prima volta da Cattel e Scheier nel 1961. 

L’ansia di stato può essere definita come una condizione temporanea, mentre l’ansia di tratto fa invece parte integrante del carattere. della persona. Ciò che le accomuna è che entrambe hanno risvolti negativi sulla persona. 

Più nel dettaglio, l’ansia di stato risulta essere come una interruzione del continuum emozionale e si esprime attraverso una sensazione soggettiva di inquietudine, nervosismo, apprensione e/o tensione. 

L’ansia di tratto invece è invece una caratteristica relativamente stabile della personalità. E’ un atteggiamento comportamentale che tende a riflettere il modo con cui il soggetto percepisce come minacciosi o pericolosi alcuni stimoli e/o situazioni ambientali.

Facciamo subito un esempio.

Può capire di sentirsi particolarmente tesi in un determinato giorno, nonostante siate delle persone normalmente calme e tranquille. Ecco che in questo caso si parla di ansia di stato. Se invece siete stranamente tranquilli, in contrasto con una vostra tendenza generale al nervosismo, parliamo di ansia di tratto. 

Da questo piccolo esempio si evince come l’ansia di stato riguardi il breve termine, mentre l’ansia di tratto è una vera e propria caratteristica stabile di una persona. Da alcuni dati emersi da ricerche cliniche, sembrerebbe che gli individui affetti da ansia di tratto abbiano difficoltà maggiori nella gestione di situazioni stressanti, siano maggiormente esposti al rischio di depressione, abbiano una minore competitività sociale e funzioni cognitive alterate, ed abbiano una predisposizione a sviluppare disturbi psicopatologici.

Riconoscere la natura dell’ansia di cui una persona soffre aiuta perciò a scegliere il trattamento più adeguato, oltre ad a evitare che la forma episodica diventi un problema cronico.

La comprensione psicoanalitica dell’ansia

In ambito psicoanalitico più che di ansia si parla di angoscia, che si distingue dall’ansia per il semplice fatto di essere meno specifica o legata ad un oggetto che la possa generare. L’angoscia può trarre origine da un conflitto interiore, e non risulta essere una paura immediatamente individuabile. Viene definita come un terrore senza nome a causa dall’immaginazione catastrofica posta in essere dall’individuo. 

E’ grazie ai contributi teorici di Freud ed altri psicoanalisti che nel corso del tempo il concetto stesso di angoscia è stato ampliato. Diverse scuole di pensiero psicoanalitico hanno proposto e propongono punti di vista anche molto diversi sul concetto di angoscia.  In ogni caso i contributi teorici devono poter orientare la sensibilità di “saper ascoltare” la dimensione inconscia della mente, ed il luogo privilegiato per ascoltare ed interpretare queste manifestazioni dell’inconscio rimane la “relazione terapeuta”. 

Per cui, come per qualsiasi altro sintomo in psicoanalisi, l’ansia è intesa come un qualcosa che ha un significato inconscio, specifico e unico per l’essere umano. Nella psicoterapia psicoanalitica, si manifesta nel modo di porsi in relazione con lo psicoterapeuta e nel discorso della persona. 

Ansia: sintomi e manifestazioni

L’ansia si caratterizza per una serie di sintomi fisici e fisiologici che riguardano soprattutto un’eccessiva stimolazione di tutti quei meccanismi che, se non vengono portati all’eccesso, possono invece aiutarci a fronteggiare al meglio le situazioni di pericolo e allerta. 

Ecco di seguito alcune delle manifestazioni fisiche e fisiologiche dell’ansia: 

  • Tensione
  • Tremore
  • Sudore
  • Palpitazione
  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Vertigini
  • Nausea
  • Formicolii alle estremità ed intorno alla bocca

Quali possono essere le cause dell’ansia?

All’origine dell’ansia possono esserci cause sia genetiche che ambientali – come alimentazione, stress e stile di vita. Vediamoli più nel dettaglio. 

Fattori genetici

L’ansia tende a essere familiare. In parte il problema può infatti insorgere vivendo a stretto contatto con persone ansiose.

Ambiente

Un disturbo d’ansia può essere anche scatenato da stress ambientali, ad esempio l’esposizione a un evento in cui la vita è messa a rischio o la rottura di un rapporto importante. Quando la risposta allo stress è inadeguata oppure si è sopraffatti dagli eventi, ecco che può insorgere un disturbo d’ansia.

Problemi di salute

Ci sono alcune malattie che possono indurre ansia. Un esempio sono le cardiopatie, ma anche le patologie ormonali (endocrine) e le patologie polmonari (respiratorie).

Fattori biologici

Secondo alcuni studi sul cervello, l’ansia sarebbe causata da alterazioni della quantità prodotta di alcuni neurotrasmettitori e una ridotta produzione di serotonina – che ha il compito di regolare il benessere – e di GABA – un neurotrasmettitore inibitorio.

Traumi

Assistere a qualcosa di traumatico, l’essere vittima di un trauma o essere vicino a qualcuno che è vittima di un’esperienza traumatica, rappresentano tutte condizioni che possono favorire l’ansia. 

Quando è necessario chiedere aiuto?

L’ansia che richiede un intervento specialistico è un qualcosa di diverso da una normale paura sulla base della sua intensità, e non per tipologia. Ad esempio se si attende l’esito di un esame è normale provare ansia. Ma se dopo il risultato che conferma l’assenza di malattie e l’assoluto benessere fisico si continua a temere per la propria salute, allora con molta probabilità non si tratta di una normale paura ma di vera e propria ansia.

In generale, se vi sentite condizionati dalle vostre paure forse avete bisogno di aiuto. Più nel dettaglio è consigliabile il parere di un esperto quando:

  • Eviti un posto pubblico, soprattutto se non accompagnato;
  • lasci sempre che la macchina la guidino gli altri, oppure vuoi sempre Guidare te per evitare di sedersi sui sedili posteriori;
  • La paura del sesso ti impedisce di avere una sana relazione;
  • Andare a letto diventa faticoso;
  • Ti senti costretti più volte a controllare di non aver commesso errori al lavoro;
  • Tardi ad uscire di casa finché tutto non è in perfetto ordine;
  • Devi tornare più volte a controllare la chiusura della porta di casa o l’automobile;
  • Sei terrorizzato dalla sporcizia ed eviti in modo assoluto i bagni pubblici;
  • Sei tormentato da dubbi;
  • Temi continuamente che ai tuoi cari possa succedere qualcosa di pericoloso;
  • Eviti il più possibile di uscire di casa da solo;
  • Ti senti costretto a seguire sempre lo stesso ordine nel fare una cosa;
  • Ogni segno fisico ti spinge a chiedere rassicurazioni continue al tuo medico;
  • Ti senti addosso le malattie degli altri.

I disturbi d’ansia

Abbiamo visto come l’ansia consista in una normale risposta a un pericolo oppure a uno stress psicologico. Quando una persona sta affrontando un certo pericolo, ecco che l’ansia induce la risposta di attacco o di fuga. Tale risposta porta con sé anche diversi cambiamenti fisici che forniscono l’energia e la forza necessaria per poter affrontare la condizione di pericolo.

Tuttavia però l’ansia viene considerata un disturbo quando:

  • si manifesta in momenti inappropriati
  • si manifesta spesso
  • è talmente intensa e duratura che interferisce con le normali attività di una persona

Un’ansia significativa può addirittura arrivare a persistere per anni, tanto che il soggetto inizia a percepire lo stato d’ansia come assolutamente normale. Questo rappresenta uno dei motivi per cui i disturbi d’ansia spesso non vengono diagnosticati o trattati.

In particolare i disturbi d’ansia comprendono:

  • Disturbo d’ansia generalizzato
  • Attacchi di panico e disturbo da panico
  • Disturbi fobici specifici

Analizziamo adesso alcuni disturbi d’ansia.

Disturbo di panico e agorafobia

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia che si caratterizza dalla frequente e  regolare manifestazione di attacchi di panico ed è forse la manifestazione più evidente dell’ansia. In questo caso il cuore inizia a martellare, il corpo a sudare, i pensieri si susseguono e si aggrovigliano nella testa, si fatica a respirare, le mani tremano e si avverte un senso improvviso di terrore e addirittura di morte. 

L’attacco di panico è infatti un episodio di ansia acuta, in cui si verifica un incontrollato e repentino aumento della paura in risposta a qualcosa che viene percepito come un forte pericolo. L’attacco di panico viene spesso associato ad altri disturbi d’ansia tanto che da solo non viene considerato come un disturbo, mentre si parla di disturbo di panico se gli stessi attacchi di panico sono sperimentati con una certa frequenza e in modo sistematico.

L’agorafobia è invece caratterizzata dall’ansia di trovarsi in situazioni o luoghi dai quali è imbarazzante o difficile in caso di attacco di panico. Le situazioni in cui si manifestano questi cosiddetti timori agorafobici sono ad esempio l’essere su un ponte, viaggiare in automobile o con altri mezzi di trasporto, l’essere fuori casa da soli, l’essere in mezzo alla folla o in coda. In generale, la persona con agorafobia sembrerebbe essere particolarmente sensibile alla solitudine, agli spazi aperti e alle situazioni costrittive. Le situazioni temute vengono così evitate o sopportate con l’ansia di avere un attacco di panico.

Disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato principalmente da immagini, pensieri o impulsi ricorrenti, che tendono ad innescare ansia e in qualche modo costringono la persona che ne soffre ad attuare determinate azioni ripetitive mentali o materiali al fine di tranquillizzarsi.

Questo disturbo prevede l’esistenza di sintomi quali compulsioni e ossessioni. Coloro che soffrono di disturbi ossessivi possono:

  • Temere a dismisura i germi, lo sporco e/o le sostanze disgustose;
  • Essere terrorizzati di procurare danni a sé o ad altri – di qualunque natura – inavvertitamente, a causa di propri errori, disattenzioni o leggerezze;
  • Aver paura di poter perdere il controllo dei propri impulsi e diventare in questo modo blasfemi, autolesivi, perversi, aggressivi;
  • Avere dubbi persistenti rispetto al sentimento che nutrono verso il partner oppure nei confronti del proprio orientamento sessuale;
  • Sentire il bisogno di svolgere azioni e di sistemare determinati oggetti sempre nel “modo giusto”.

Fobia sociale

Le fobie sono un tipo di disturbo d’ansia in cui certe situazioni o certi oggetti provocano ansia e paura nelle persone, che di conseguenza cercano di evitarli. In particolare la fobia sociale si caratterizza di paura o ansietà nei confronti di alcune prestazioni sociali o situazioni, che vengono spesso evitate o affrontate con grande disagio. 

Il soggetto che soffre di fobia sociale è preoccupato che le sue azioni o attività possano sembrare inappropriate. Teme spesso che la sua ansia sia evidente, che possa iniziare a sudare, arrossire, tremare o avere la voce tremolante, ma anche di non riuscire a trovare le parole per potersi esprimere o di perdere il filo del discorso.

Alcune delle fobie sociali sono strettamente legate allo svolgimento di certe attività in pubblico, per cui inducono ansia soltanto nel momento in cui il soggetto deve svolgere una determinata attività in pubblico – la stessa attività se ad esempio è eseguita da soli, non provoca ansia. Ecco di seguito alcune delle situazioni che solitamente scatenano l’ansia in un soggetto affetto da fobia sociale:

  • Parlare in pubblico
  • Esibirsi davanti a un pubblico
  • Mangiare insieme ad altri
  • Conoscere nuove persone
  • Fare conversazione
  • Firmare un documento davanti a testimoni
  • Ricorrere a un bagno pubblico

Disturbo post-traumatico da stress

Il disturbo post traumatico da stress si manifesta come conseguenza di un fattore traumatico estremo, all’interno del quale la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento – o eventi – che hanno implicato minaccia all’integrità fisica, gravi lesioni, morte o minaccia di morte. Parliamo ad esempio di eventi come aggressioni personali, torture, rapimenti, malattie gravi, incidenti, disastri. 

L’insorgenza di questo disturbo può intervenire anche a distanza di mesi dall’evento traumatico, mentre la sua durata può variare da un mese alla cronicità.

L’evento traumatico viene rivissuto dalla persona persistentemente attraverso ricordi spiacevoli intrusivi e ricorrenti, che comprendono:

  • immagini, pensieri, percezioni, incubi e sogni spiacevoli;
  • agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse presentando nuovamente;
  • disagio psicologico intenso;
  • evitare in modo persistente gli stimoli associati con il trauma;
  • difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno;
  • irritabilità o scoppi di collera;
  • difficoltà a concentrarsi;
  • ipervigilanza.

Disturbo d’ansia generalizzata

La caratteristica principale del disturbo d’ansia generalizzato è quello di uno stato continuo e persistente di preoccupazione per alcuni eventi, che risulta essere particolarmente  eccessivo in intensità, durata o frequenza rispetto alle reali circostanze – che rappresentano gli eventi stessi temuti dal soggetto.

Perché in questo caso l’ansia è generalizzata?

L’ansia viene definita generalizzata perché non è riferita a specifiche situazioni, ma, al contrario, riguarda eventi e situazioni diverse. Queste caratteristiche dell’ansia generalizzata rendono difficile, se non impossibile, il controllo da parte della persona interessata. Se tale condizione persiste per almeno la durata di sei mesi, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia generalizzata. Inoltre, le preoccupazioni eccessive sono accompagnate da almeno tre dei seguenti sintomi:

  • facile affaticabilità;
  • difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria
  • irrequietezza;
  • irritabilità;
  • tensione muscolare, muscoli tesi a volte doloranti;
  • sonno disturbato (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, ci
  • si sveglia poco riposati).

Coloro che sentono tensione muscolare possono sperimentare anche tremori, dolori o contratture muscolari. Molte persone che soffrono del disturbo d’ansia generalizzato, presentano sintomi corporei, come:

  • bocca asciutta e mani appiccicose
  • sudorazione e brividi di freddo
  • nausea, diarrea, difficoltà a deglutire e nodo alla gola.

Le preoccupazioni del Disturbo d’Ansia Generalizzato:

  • sono numerose e si succedono rapidamente;
  • sono associate a emozioni di allarme ed inquietudine;
  • si riferiscono a eventi futuri catastrofici improbabili che accadano
  • realmente;
  • riducono la capacità di pensare lucidamente e sono molto difficili da
  • controllare.

Coloro che hanno un disturbo d’ansia generalizzata tendono a trascorrere molto del loro tempo ed investono molte delle loro risorse a preoccuparsi di eventi che in realtà non si verificano. Molte delle preoccupazioni riguardano situazioni di vita quotidiana, ad esempio la persona passa molto tempo a preoccuparsi di possibili disgrazie o fallimenti, che possono riguardare preoccupazione per familiari, relazioni interpersonali, lavoro, studio, le malattie e soldi.

I temi più frequenti tra le persone con il disturbo d’ansia generalizzata possono essere problemi che riguardano il proprio futuro, paura di insuccesso o essere giudicato negativamente dagli altri.

Massimo Franco
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