Crescita personale e sviluppo del sè in psicoterapia

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    Ogni volta che un essere umano riesce a rialzarsi dopo essere caduto, a trasformare in forza i propri punti di debolezza, a ricercare ed accettare il cambiamento, compie un atto di crescita personale.

    “Nella caduta ci sono già i germogli della risalita, fragili ma verdi. Vanno coltivati con premura”

    Carl Gustav Jung
    Recensioni Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona

    La Psicoterapia è anche un metodo per il trattamento e la cura dei disturbi psicopatologici e delle condizioni di sofferenza psichica di una persona, ma soprattutto, un’opportunità di crescita personale e sviluppo del sè. La psicoterapia è un utile strumento di crescita personale in cui promuovere un consapevole stato di benessere psico-fisico.

    Ma è necessario arrivare ad una condizione psicopatologica per rivolgersi ad uno psicoterapeuta ed intraprendere un percorso con lui?

    Purtroppo è ciò che accade spesso.

    Sarebbe invece auspicabile  rivolgersi ad uno psicoterapeuta per prevenire piuttosto che curare, per migliorare la conoscenza e l’armonia con se stessi, per investire nella propria crescita ed arricchimento personale. Chi sceglie di intraprendere un percorso psicoterapeutico ha il coraggio di conoscere e di confrontarsi con  l’avversario più temuto, se stesso.

    “Ciò che neghi ti sottomette, ciò che accetti ti trasforma”

    Carl Gustav Jung

    E’ necessario conoscere ciò che si nega per poter dare inizio al cambiamento e contribuire, in tal modo, alla propria crescita personale. Ci sono persone che credono di “conoscere” quale possa essere il loro problema, ma non riescono a trovare una soluzione.

    Perché?

    Perché la conoscenza di se stessi e delle eventuali forze che ostacolano la possibilità di sciogliere il nodo problematico, hanno una natura “emotiva” e non si possono comprendere con la “razionalità”. Spesso infatti, si descrive il proprio stato di “malessere”, di impotenza, etc, come se il tutto non “avesse un senso”, una ragione comprensibile. Una parte della nostra mente tende ad essere abitudinaria e pigra, ad ottenere gratificazione con il minimo sforzo possibile.

    Quando ci si trova nella condizione di conoscere apparentemente bene il proprio problema ma di non riuscire a trovare una soluzione è arrivato il momento di “cambiare prospettiva”, strumenti e schemi mentali e soprattutto conoscere cosa ed il perchè del blocco emotivo.

    E’ possibile riuscirci da soli?

    Molto improbabile, perché è necessario un professionista che riesca a stimolare adeguatamente prospettive mentali alternative. Una delle ragioni che determina la situazione di stallo emotivo che impedisce di trovare una via d’uscita alla situazione problematica che si sta affrontando è un passato non risolto che ritorna a farsi vivo

    Psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica

    Il passato non risolto “ritorna” a bussare alla nostra mente

    Alcuni perché, sono semplicemente “forme” apparentemente nuove, nuovi vestiti che vengono indossati da “vecchi” perché, domande del passato che non hanno trovato adeguato ascolto e soprattutto risposte. Si ripresentano quando meno ce lo aspettiamo, in modi e forme imprevedibili. Un sintomo come ad esempio l’ansia, può semplicemente rappresentare una forma nuova e diversa di un vecchio problema non risolto. Ciò che sottende la domanda ai perché, rimane nell’oscurità della “inconsapevolezza” e il fiume continua a scorrere in cerca di una nuova “forma enigmatica” da decifrare per venire alla “luce”.

    Il passato ha fornito risposte a problemi risolti, ma ora non funzionano più

    Può capitare di vivere momenti in cui il perché diviene incomprensibile solo in quanto mette in evidenza che le soluzioni adottate con successo nel passato non sono più in grado di produrre risultati appaganti.

    E’ come il pescatore che getta le reti in mare in un punto dove è riuscito a pescare abbondantemente, ma la volta successiva, lo stesso punto restituisce solo il “vuoto” della rete. Pescare in mare, richiede esperienza ma soprattutto “elasticità” nel sentire e nel pensare. Non ci sono punti certi a cui ancorarsi per pescare in abbondanza.

    Si deve essere pronti ad accettare i “limiti”,i vissuti di perdita,l’andare a “vuoto” per riuscire a far prevalere la “tendenza” a pescare a “sufficienza” il più delle volte

    Perche? Come posso fare?

    Queste sono alcuni esempi di domande, alcuni di quei perché che costringono ad una vita tormentata, dove la “presunta” conoscenza di ciò che si sta vivendo non è in grado di sciogliere i nodi problematici, di spezzare le catene che rendono prigionieri.

    1. Perché non mi sento felice?
    2. Come faccio ad essere felice?
    3. I pensieri mi tormentano. Come faccio a smettere di pensare
    4. Perché non riesco ad amare, o a sentirmi amato, e creare relazioni sentimentali soddisfacenti?
    5. Cosa veramente mi rende appagato?
    6. Ho tutto: ho una famiglia, denaro, successo, potere, prestigio. Perché non riesco a sentirmi felice?
    7. Perché non riesco a liberarmi della mia ansia?
    8. Perché non riesco a liberarmi del mio attacco di panico
    9. Perché mi innamoro sempre delle persone sbagliate che mi fanno soffrire?

    Ostacoli alla psicoterapia come crescita personale

    La scelta di ricercare ed iniziare una psicoterapia  per la crescita personale ed il cambiamento che essa comporta, possono essere ostacolati da alcuni atteggiamenti mentali. Ecco alcuni esempi:

    • FALSE CONVINZIONI E RESISTENZA AL CAMBIAMENTO

    “Sono fatto così,sono sempre stato così, questo è il mio carattere e per me cambiare è impossibile”

    Questo è un esempio di falsa convinzione e di resistenza al cambiamento, che compromette la possibilità di cambiare e crescere nella propria vita, di migliorare il proprio benessere anche scegliendo di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Simili false convinzioni, al contrario, possono solo favorire nel tempo lo sviluppo della propria insoddisfazione e malessere.

    Tratti di personalità e false convinzioni

    Ogni essere umano ha delle caratteristiche sia  fisiche che mentali. Dal punto di vista fisico le caratteristiche possono essere l’altezza, il colore degli occhi, etc. Dal punto di vista mentale, simili caratteristiche sono chiamate tratti di personalità. Esempi di tratti di personalità possono essere: l’introversione, estroversione, gentilezza, altruismo, egoismo, dipendenza, conservatore etc.

    Alcune persone si convincono che i tratti di personalità siano necessariamente fissi ed immutabili nel tempo, e questa convinzione determina una resistenza al cambiamento e alla crescita personale. La capacità di adattamento alle diverse e mutevoli esigenze che la vita ci pone di fronte è di fondamentale importanza, non solo per una salutare e ricca crescita personale, ma anche per evitare lo sviluppo di una condizione di malessere.  

    Estroversione-introversione

    Una persona può avere, come tratto di personalità  l’estroversione. Questa caratteristica lo spinge a ricercare persone diverse, a stare spesso a contatto con la gente, etc, e tutto ciò con piacere e soddisfazione.

    Può succedere, per una serie di ragioni diverse, che la persona estroversa provi improvvisamente una spinta interna nella direzione opposta: l’introversione. Improvvisamente e per oscure ragioni, la persona inizialmente estroversa inizia a sentire sensazioni e vissuti di malessere quando è con gli altri.

    Resistenza al cambiamento e formazione del sintomo

    Questo “malessere” se non accolto ed ascoltato assume la forma di un “sintomo”, come ad esempio uno stato di ansia, e può  raggiungere livelli molti intensi e sfociare in un “attacco di panico”. Se ci si ostina a credere che la propria “estroversione”, solarità, sia una caratteristica “fissa ed immutabile” del proprio “essere”, che si “deve essere sempre e comunque solari” perché è quella la prova che “si è se stessi”,  si corre il rischio di entrare in conflitto con se stessi alimentando un crescente malessere interiore.

    Una forza oscura e misteriosa  spinge nella direzione dell’introversione, del ritiro, dello stare da soli con se stessi, ma è percepita come ostacolo e nemico di quel benessere fondato sull’immagine di Sé “solare e disponibile”.

    Più ci si oppone a tale spinta, più si tenta di soffocarla, sradicarla e trattarla come “disturbo”, più si apre la strada al sintomo e alla “sofferenza”. 

    E’ necessario cambiare atteggiamento nei confronti di ciò che “perturba”  e scuote le nostre “convinzioni”, se ci si vuole aprire al cambiamento e alla crescita personale. E’ necessario preparare ed allenare la mente, rendere fluido ed elastico il proprio pensare come l’acqua di una sorgente che scorre.

    La sorgente è il luogo del nostro desiderio, sempre imprevedibile, misterioso ed inafferrabile. Ciò che determina lo stato di armonico benessere psico-fisico è il continuo accordarsi con la sorgente del proprio desiderio.

    • LA FALSA CONVINZIONE DI ESSERE FOLLE O  MATTO: non devo pensare al mio malessere, passerà da solo e non posso andare da uno psicoterapeuta perché non sono matto.

    Nell’immaginario collettivo si tende a considerare la psicoterapia come l’ultima spiaggia per tentare di risolvere il proprio incomprensibile malessere, spesso definito dagli altri con la frase: “ma non hai niente”!

    La parola niente o nulla, rinvia sottilmente al fantasma emotivo del folle, del matto e rivolgersi ad uno psicoterapeuta può spingere a considerare il proprio malessere come follia.

    Perché?

    Il folle è visto come colui che ha la testa tra le nuvole, non ha i piedi per terra, ha una mente che vaga e si disperde nel vuoto fatto di pensieri incomprensibili ed inutili. La pazzia è l’assurdità, una cosa impensabile, per cui il pazzo è persona stravagante e irragionevole, senza ragione. Il disagio psichico si manifesta come  incomprensibile ed assurdo e per questa ragione è tendenzialmente percepito come motivo di follia.

    E’ necessario superare questo ostacolo e pregiudizio per riuscire a trasformare in risorsa la propria condizione di malessere che richiede di essere accolta e soprattutto decifrata in un linguaggio comprensibile.

    Dal pregiudizio per la psicoterapia alla possibilità di crescita personale

    Superato lo scoglio del pregiudizio che la psicoterapia non è per i folli o matti, ma per persone coraggiose e mature, di seguito alcune condizioni di malessere che potrebbero giovarsi di un percorso psicoterapeutico. Il superamento di momenti di difficoltà che si incontrano nella vita, sono occasioni di crescita personale, a condizione di conoscere ed essere consapevoli dei nodi da dover sciogliere.

    “Ciò che neghi ti sottomette, ciò che accetti ti trasforma”

    Carl Gustav Jung

    Condizioni di malessere psichico

    • Tensione emotiva e corporea
    • Scarsa autostima e fiducia in sé stessi
    • Senso di scarsa motivazione
    • Senso di confusione senza una visione chiara
    • Paure difficili da gestire
    • Sensi di colpa
    • Difficoltà nella concentrazione
    • Conflitti con le persone più vicine e significative della propria esistenza
    • Difficoltà a programmare i propri obiettivi
    • Obiettivi nella vita professionale o personale che appaiono difficili da raggiungere
    • Problemi per cui si avverte la sensazione che da soli non possiamo farcela
    • Scelta difficile nella vita lavorativa
    • Decisione importante nella vita affettiva e personale
    • Riadattarsi con serenità dopo una separazione sentimentale o un divorzio coniugale
    • Dubbi e difficoltà nella vita scolastica e/o universitaria
    • Ansia da prestazione in ambito professionale, scolastico, artistico e sportivo
    • Percezione di vivere un blocco nella creatività

    Ansia 

    Depressione

    Attacchi di panico: cosa sono e come gestirli

    Intelligenza emotiva

    Psicologo: chi è e cosa fa

    Massimo Franco
    Massimo Franco
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