Sindrome di hikikomori: isolamento sociale volontario

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Hai mai sentito parlare della sindrome di Hikikomori?

Hikikomori è un termine giapponese che significa letteralmente “isolamento sociale”. E’ composto da ‘hiku’ che significa ‘indietreggiare’ e ‘komoru’ ovvero ‘ritirarsi socialmente’

Si riferisce a persone giovani che vivono in una condizione di isolamento volontario, spesso per lunghi periodi. I’hikikomori evita le interazioni sociali e solitamente non lascia la propria casa, trascorrendo la maggior parte del proprio tempo in camera da letto.

La causa può essere un periodo di depressione o di ansia, ma può anche essere una condizione psicologica cronica. I motivi possono variare da persona a persona.

Alcune persone hanno difficoltà con la pressione della società e dei genitori per fare determinate cose o entrare in determinati programmi scolastici o accademici. Altri hanno difficoltà nella gestione degli stati emotivi e potrebbero aver avuto esperienze negative con i loro pari.

In alcuni casi, l’hikikomori può anche essere una reazione ad eventi traumatici come abuso fisico o sessuale, bullismo o morte di un familiare. Inoltre, alcune persone potrebbero sentirsi più a proprio agio nell’isolamento rispetto all’interazione sociale. 

In sintesi, si tratta di una forma estrema di ritiro sociale e si manifesta principalmente tra i giovani adulti e gli adolescenti. Le persone affette da questa sindrome tendono a rinchiudersi all’interno della propria stanza, rifiutando qualsiasi forma di contatto diretto o di relazione con il mondo esterno.

In questo articolo vediamo più da vicino le caratteristiche della sindrome di Hikikomori, i sintomi, le cause e il contributo della psicoterapia.

Sindrome di Hikikomori: cos’è e da dove ha origine

Il fenomeno dell’isolamento sociale volontario è emerso per la prima volta in Giappone negli anni Novanta. Questo fenomeno prende vita a seguito delle pesanti pressioni psicologiche della stessa società nipponica, che ha portato a un incremento di adolescenti e giovani adulti giapponesi a chiudersi in casa in ritiro volontario.

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Questa sindrome da isolamento sociale è stata proprio definita sindrome di Hikikomori, che in giapponese significa stare in disparte. La prima definizione di questa sindrome si deve allo psichiatra T. Saito. Nel suo libro Hikikomori: Adolescence Without End, spiega con le seguenti parole il significato del termine Hikikomori:

“coloro che si ritirano completamente dalla società e rimangono nelle proprie case per più di sei mesi, con esordio verso la seconda metà dei vent’anni, e per i quali altri disturbi psichiatrici non spiegano meglio le cause primarie di questa condizione.”

Il Ministero della Salute e del Lavoro nipponico ha messo a punto, già a partire dal 2003, alcuni criteri per definire un hikikomori. In particolare:

  • Vita quotidiana svolta principalmente fra le pareti domestiche
  • Nessun interesse ad avere una vita scolastica o a intraprendere un lavoro
  • Persistenza dei sintomi superiore ai sei mesi
  • Esclusione di schizofrenia, ritardo mentale o altre patologie di tipo psichico e psicologico che farebbero rientrare la persona in un’altra tipologia di casi
  • Esclusione di chi porta avanti relazioni interpersonali

Tra Italia e Giappone si evidenziano alcune importanti differenze.

L’isolamento nel Sol Levante riguarda, oltre al mondo esterno, anche la propria famiglia mentre, in molti casi, in Italia, le persone continuano a mantenere rapporti con il proprio nucleo familiare stretto e relazioni affettuose online.

Anche l’approccio alla cura risulta differente.

In Giappone sono stati ideati inserimenti delle persone in progetti scolastici che prevedono un’educazione priva di punteggi per non risultare stressante (tenuto conto che la società giapponese è molto competitiva) ma anche il noleggio di una “sorella in affitto” (rental oneesan), assunta per stimolare la persona a uscire di casa.

In Italia, il fenomeno è affrontato principalmente da psicologi, solitamente giovani, per avvicinarsi in modo Empatico all’hikikomori con una terapia meno strutturata, molte volte in modalità online oppure nella casa del ragazzo o ragazza, magari attraverso la porta della camera. Alcuni casi si risolvono attraverso poche settimane di Psicoterapia, per altri ci vogliono anni, con una media di due / tre.

Gli psicoterapeuti occidentali sono propensi a identificare tre stadi,

  • Nel primo i ragazzi e le ragazze iniziano a saltare le ore di scuola, quelle dedicate allo sport, gli incontri con gli amici;
  • nel secondo stadio si chiudono nella loro cameretta e passano il tempo sui social o giocando alla playstation e leggendo fumetti.
  • Al terzo stadio non interagiscono quasi più con i genitori che, a quel punto, in specie le madri, chiedono aiuto ai professionisti.

 Hikikomori: la visione psicodinamica

Secondo la Psicologia psicodinamica, l’isolamento sociale non è una condizione innata, ma viene appreso in risposta a fattori come l’Ansia  sociale, la sofferenza emotiva o i conflitti relazionali. I ricercatori hanno scoperto che i tratti individuali come il basso autostima e la Depressione possono contribuire all’hikikomori.

Anche la psicoanalisi affronta l’hikikomori secondo un approccio psicodinamico. Gli psicoanalisti tendono a ritenere che le persone si isolino per conflitti interni non risolti, tra i quali, il timore e l’angoscia di essere abbandonate o criticate dalle persone intorno a loro. Per evitare il confronto con le dinamiche emotive conflittuali, si rifugiano nella solitudine.

Questo può essere dovuto al fatto che le persone con hikikomori spesso hanno subito traumi infantili nei rapporti con i genitori o altre figure importanti nella loro vita.

In conclusione, la psicologia psicodinamica e psicoanalitica offre una visione dell’hikikomori come un modo adattivo problematico per affrontare situazioni difficili o eventi traumatici.

L’isolamento sociale è considerato un disturbo mentale, un modo patologico di gestire il dolore emotivo o gli stati emotivi negativi. Tuttavia, è importante comprendere che talvolta le persone con hikikomori possono necessitare di supporto professionale per superare la propria condizione.

Hikikomori definizione

Hikikomori è un termine giapponese che si riferisce a una condizione in cui una persona si ritira dalle attività sociali e da qualsiasi contatto con l’esterno. Il termine hikikomori può essere usato per descrivere coloro che hanno trascorso più di sei mesi consecutivi isolati dal mondo esterno. In Giappone, la condizione è più comune tra i giovani adulti, ma in alcuni casi può anche interessare bambini e adolescenti.

Molte persone sperimentano periodi di isolamento sociale in vari momenti della loro vita, ma la condizione di hikikomori è più grave. La persona si sente incapace di uscire di casa o partecipare alle attività sociali, anche se sa che dovrebbe farlo. Spesso soffrono di problemi mentali come depressione e ansia, che li portano a evitare il contatto con gli altri.

Le cause dell’hikikomori sono complesse e variano da individuo a individuo. Possono essere ricondotte a diversi fattori socio-culturali come una pressione scolastica elevata, lavoro stressante o problemi familiari. Alcuni possono anche sviluppare la condizione a causa della solitudine o della mancanza di motivazione.

Il trattamento più efficace per superare l’hikikomori è un programma personalizzato in cui la persona viene incoraggiata ad affrontare le sue paure e ad abbandonare gradualmente l’isolamento.

Hikikomori cause

Ci sono molti fattori che possono portare una persona a sviluppare questa condizione e la causa principale è generalmente attribuita all’ambiente.

Un ambiente pressante e competitivo, come quello giapponese, può creare stress e ansia nei giovani che non hanno gli strumenti adatti per affrontarlo. Gli individui sotto pressione possono sentirsi sollevati ritirandosi dal mondo esterno e preferire la solitudine anziché confrontarsi con le persone.

Inoltre, i cambiamenti sociali e tecnologici hanno contribuito all’emergere del fenomeno dell’hikikomori.

La dipendenza dai media digitali, come computer, smartphone e internet, ha permesso agli individui di evitare le relazioni interpersonali reali ed è stato segnalato come un importante fattore di rischio per lo sviluppo di questa condizione.

Inoltre, gli attuali modelli educativi incentrati sulla performance hanno contribuito a creare un senso di insicurezza tra i giovani e li hanno portati a ritirarsi dal mondo esterno.

In conclusione, l’esatto motivo per cui qualcuno diventa hikikomori è ancora sconosciuto. Tuttavia, una combinazione di fattori ambientali, sociali, tecnologici e biologici sembra essere alla base della condizione.

Che cos’è la sindrome di hikikomori?

La sindrome di hikikomori è una condizione sociale caratterizzata da una forte tendenza all’isolamento. Si tratta di una condizione prevalentemente che interessa i giovani, in particolare quelli tra i 15 e i 25 anni.

Alla base della condizione c’è una situazione di estremo disagio emotivo che porta le persone a ritirarsi dal mondo esterno, mantenendo relazioni interpersonali limitate o addirittura assenti.

In generale, le persone affette da hikikomori trascorrono la maggior parte del loro tempo nelle loro stanze, evitando contatti con gli altri. Possono anche rimanere confinati nella loro casa per mesi o anni senza uscire a fare compere o andare al lavoro.

Inoltre, sono spesso apatiche e non mostrano interesse per le attività che generalmente coinvolgono i giovani, come uscire con gli amici o partecipare ad eventi sociali.

Un altro aspetto della sindrome di hikikomori è la mancanza di autostima e di fiducia in se stessi. Le persone affette da hikikomori possono sentire di non essere all’altezza degli altri e di non avere abbastanza competenze sociali per gestire le relazioni interpersonali. Questo può portarle ad essere più isolate e meno disposte ad aprirsi agli altri.

I sintomi della sindrome di hikikomori possono variare da persona a persona. Alcuni individui possono rifiutare qualsiasi contatto con il mondo esterno, mentre altri possono limitarsi ad evitare solo determinati contesti sociali o relazionali. Qualsiasi sia il caso specifico, la sindrome può avere gravi conseguenze sulla vita sociale e professionale delle persone affette da questa condizione.

Come si manifesta la sindrome hikikomori?

La sindrome hikikomori è un disturbo sociale caratterizzato da una grave e protratta ritirata dalla vita sociale. Le persone affette da questa sindrome evitano la vita di relazione e tendono a trascorrere la maggior parte del loro tempo in solitudine, al chiuso delle proprie stanze. La patologia causa una condizione di isolamento sociale che può durare da poche settimane a diversi anni.

I sintomi più comuni della sindrome hikikomori sono

  • l’evitamento della vita sociale
  • l’isolamento sociale prolungato
  • la mancanza di contatti con altri individui
  • l’impossibilità o la difficoltà di uscire di casa
  • la mancanza di motivazione e interesse verso attività o hobby.

Inoltre, le persone affette da questa patologia possono anche soffrire di depressione, ansia e disturbi del sonno.

Alcune persone con sindrome hikikomori possono presentare irrequietezza, disattenzione e irritabilità quando interagiscono con gli altri. La patologia può anche causare problemi nelle aree scolastiche o lavorative, come difficoltà a concentrarsi e ad essere produttivi.

Infine, alcuni dei segnali più comuni che rivelano la presenza di questa patologia sono cambiamenti nell’aspetto fisico ed emozionale quali un atteggiamento negativo o ricorrenti sentimenti di tristezza o apatia.

Come vivono gli hikikomori?

Gli hikikomori sono persone che tendono a scegliere una vita di reclusione, trascorrendo la maggior parte del loro tempo in casa. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune in Giappone, dove circa un milione di persone tra i 15 ei 39 anni vivono come hikikomori.

Anche se non esiste una definizione universale, si ritiene che gli hikikomori trascorrano più di sei mesi senza uscire dalla loro abitazione.

La vita degli hikikomori può essere molto solitaria e, poiché queste persone possono evitare i contatti sociali per lunghi periodi di tempo, le conseguenze sociali possono essere estremamente negative.

Tuttavia, c’è anche qualcosa di positivo nella vita degli hikikomori: possono dedicare molto tempo allo studio o all’apprendimento di nuove competenze. Possono anche passare del tempo a sviluppare le proprie passioni o interessi nel comfort della loro casa.

Gli hikikomori sono spesso dipendenti da Internet ed è comune che trascorrano ore su siti web e chat room online, dove interagiscono con altri utenti in modo anonimo.

Internet può offrire loro qualcosa che la vita reale non può facilmente fornire: la possibilità di sentirsi meno giudicati ed esprimere le proprie opinioni senza preoccuparsi delle reazioni degli altri.

Molte persone credono che gli hikikomori debbano essere costretti a uscire dalle loro case e ad integrarsi nella società. Tuttavia, c’è un modo migliore per affrontare questa situazione: incoraggiamento e supporto affettuoso da parte della famiglia e degli amici sono fondamentali per avere successo nel reinserimento sociale degli hikikomori.

La comprensione è importante perché molti hanno paura del fallimento o sentono che non saranno accettati nella società. Con il corretto sostegno, gli hikikomori possono lentamente abituarsi a uscire di nuovo dalla loro zona di comfort e raggiungere una certa indipendenza.

Chi sono i ragazzi hikikomori?

I ragazzi hikikomori sono persone che si ritirano volontariamente dal mondo esterno e dalle relazioni sociali. La definizione deriva dal Giappone, dove è un fenomeno piuttosto diffuso. Tuttavia, anche in Occidente si sta verificando un aumento dei casi di hikikomori. Si stima che circa l’1-4% della popolazione giovanile sia interessato da questa condizione.

Il fenomeno è stato inizialmente associato all’adolescenza, ma ora è riconosciuto come un disturbo psicologico indipendente che può interessare persone di qualsiasi età, compresi i bambini. I motivi per cui le persone diventano hikikomori possono essere legati all’ansia, alla depressione o al trauma da stress post-traumatico.

Un altro fattore che può portare a questa condizione è il sovraccarico scolastico o lavorativo, mentre altri possono sentirsi oppressi dagli standard sociali e culturali a cui devono aderire. Si ritiene che l’isolamento volontario possa consentire loro di sentirsi più al sicuro e sotto controllo.

In generale, i ragazzi hikikomori sono inclini ad evitare gli altri e trascorrono la maggior parte del tempo nelle loro stanze da letto, limitando drasticamente le interazioni sociali. Possono rimanere chiusi in casa per mesi o anni senza contatti diretti con amici o familiari. La mancanza di contatti può portare a problemi mentali ulteriormente aggravati, come la Depressione e l’Ansia  sociale.

Chi sono gli hikikomori e perchè ormai crescono anche in Italia?

Chi sono gli hikikomori? Si tratta di persone che, per un periodo di tempo variabile, si isolano completamente dal mondo esterno e vivono in solitudine, spesso non uscendo neppure di casa. La parola hikikomori deriva dal Giappone ed è una condizione sociale conosciuta da anni in questo Paese. Negli ultimi tempi, tuttavia, questa tendenza si sta diffondendo anche in Italia.

Gli hikikomori possono essere suddivisi in diverse tipologie: c’è chi ha semplicemente bisogno di ritirarsi per un po’ e ritrovare se stesso e le proprie energie; chi soffre di disturbi mentali o problemi legati all’ansia o alla depressione; chi ha problemi di relazione con i propri genitori o la società; o ancora chi è vittima della pressione sociale.

In Italia, gli hikikomori sono sempre più numerosi e non c’è un motivo ben preciso a spiegare l’incremento della loro presenza. Si può ipotizzare che i cambiamenti sociali degli ultimi anni abbiano reso la vita più complicata per alcune persone, rendendole più vulnerabili e portandole a isolarsi volontariamente dall’ambiente circostante.

Anche lo sviluppo tecnologico potrebbe aver contribuito all’aumento degli hikikomori: le nuove tecnologie infatti consentono a queste persone di vivere le proprie relazioni interpersonali esclusivamente online, senza dover entrare in contatto con il mondo reale.

Gli hikikomori rappresentano un problema sociale che va affrontato con attenzione e sensibilità: la prima cosa da fare è individuare la causa alla base del loro isolamento e promuovere interventi mirati per rimuoverla.

Occorre supportare queste persone attraverso gruppi di auto-aiuto, consulenze psicologiche individuali o collettive, rivolgersi ad uno Psicologo ed eventualmente intraprendere una Psicoterapia .

Gli hikikomori rappresentano una realtà complessa e in costante evoluzione: è necessario un approccio olistico che tenga conto delle diverse sfaccettature della loro condizione per aiutarli a uscire dal loro isolamento e tornare ad essere parte integrante della società.

Chi sono gli hikikomori in Italia?

In Italia, gli hikikomori sono persone che si isolano dal mondo esterno per lunghi periodi di tempo. Si tratta di un fenomeno in costante aumento, soprattutto tra i giovani, ma non è un problema riservato solo al nostro paese.

Gli hikikomori vivono prevalentemente nella loro stanza, evitando ogni contatto sociale ed evitando situazioni che possano metterli a disagio. La causa principale è spesso un profondo disagio psicologico.

Si tratta di persone che affrontano difficoltà scolastiche o sociali e che quindi preferiscono ritirarsi in se stesse piuttosto che affrontare le loro paure. Il periodo di isolamento può variare da qualche settimana a molti anni, durante i quali la persona soffre spesso di depressione, ansia e disturbi del sonno.

Tuttavia, con il giusto aiuto, molte persone riescono a uscire dalla loro situazione di isolamento e riprendere contatto con il mondo esterno.

Come capire se si è hikikomori?

Comprendere se si è hikikomori può essere difficile, ma ci sono alcune caratteristiche che possono indicare la presenza di questa condizione.

Un individuo hikikomori tende a evitare le interazioni sociali, lasciando il proprio ambiente familiare o la propria camera da letto per lunghi periodi di tempo. Non vogliono partecipare a eventi sociali o incontrare persone conosciute, e tendono ad avere una povertà di relazioni.

Altre caratteristiche includono una forte solitudine, una mancanza di energia, un interesse limitato verso le attività del proprio passato e difficoltà nella comunicazione verbale.

Le persone hikikomori possono anche sviluppare disturbi mentali come depressione, ansia o disturbi d’ansia. Possono anche sentirsi depressi o essere lontani da se stessi.
 

Sindrome di Hikikomori: sintomi

Le manifestazione della sindrome di Hikikomori non sono sempre facili da individuare, soprattutto perché alcuni dei sintomi che la caratterizzano – ad esempio i disturbi del sonno, la perdita di motivazione, l’isolamento sociale – sono presenti anche in diversi disturbi comportamentali e psichiatrici. Pensiamo ad esempio ai disturbi dello spettro autistico, alla depressione, al disturbo d’ansia sociale o alla schizofrenia.

Per capire meglio quando si è in presenza della sindrome di Hikikomori, il governo giapponese nel 2003 ha pubblicato un documento ufficiale contenente i criteri per riconoscere l’Hikikomori. Di seguito troviamo i principali:

  • nessuna volontà o interesse di frequentare il lavoro o le attività scolastiche;
  • uno stile di vita incentrato sulla casa;
  • persistenza di questi sintomi oltre i 6 mesi;
  • assenza di altre patologie legate a disturbi della personalità o alla salute mentale.

Questi sono soltanto alcuni dei principali segnali che possono aiutare le famiglie a riconoscere tempestivamente l’insorgenza della sindrome di Hikikomori.

Infatti, molto spesso l’isolamento degli adolescenti e dei giovani adulti che soffrono di questa condizione inizia con una generale insofferenza nei confronti della socialità.

È comunque importante sottolineare che la dipendenza da videogiochi o da internet e l’inversione del ritmo sonno-veglia non è una causa di questo disturbo, ma una possibile diretta conseguenza della stessa.

Sindrome di Hikikomori: possibili cause

Possiamo dividere le possibili cause della sindrome di Hikikomori in tre categorie:

  1. individuali;
  2. familiari;
  3. Sociali

Partiamo con l’analisi degli aspetti individuali. In generale, le persone hikikomori sembrano essere fortemente introverse, tanto che nelle relazioni sociali possono sperimentare la paura di non essere all’altezza e la vergogna, due condizioni che possono essere tra le cause di una bassa autostima.

Passiamo adesso alle cause di carattere familiare, che sembrerebbe la causa più diffusa di questa condizione. Sappiamo come possa essere frequente un rapporto conflittuale con i genitori, ma nel caso di una persona hikikomori le cause possono essere legate:

  • alla familiarità con i disturbi mentali;
  • a maltrattamenti o abusi familiari;
  • al tipo di attaccamento – nella maggior parte dei casi parliamo del cosiddetto attaccamento insicuro ambivalente;
  • a dinamiche familiari disfunzionali: pensiamo ad esempio a una carenza di empatia da parte dei genitori o una scarsa comunicazione nei confronti del figlio.

A tutti questi fattori dobbiamo aggiungere anche quelle difficoltà provocate dal contesto sociale, tra cui:

  • una maggiore solitudine collettiva a causa della massiccia diffusione massiccia della vita digitale e dei social media;
  • i cambiamenti economici;
  • le esperienze traumatiche provocate da episodi di bullismo a scuola.

Isolamento volontario: conseguenze

Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona

Le conseguenze legate alla sindrome di Hikikomori possono molto incidere sulla vita della persona che sta sperimentando una emarginazione sociale a causa della sua autoreclusione.

Infatti, il non voler uscire di casa potrebbe comportare:

  • depressione;
  • disturbi d’ansia;
  • fobia sociale;
  • disturbi del sonno e inversione del ritmo sonno-veglia;
  • sviluppo di una dipendenza patologica – ad esempio la dipendenza da internet o dai social network.

Hikikomori e psicoterapia psicoanalitica

L’hikikomori è un fenomeno sociale giapponese che si sta diffondendo anche in occidente e che riguarda principalmente i giovani, soprattutto maschi.

Si tratta di individui che tendono a isolarsi dalla società, rimanendo per periodi prolungati nella propria abitazione e rifiutando le relazioni sociali.

La psicoterapia psicoanalitica può essere una soluzione utile per affrontare questo problema.

Attraverso la terapia psicoanalitica, l’hikikomori può acquisire maggiore consapevolezza di se stesso e dei propri sentimenti, imparando così ad affrontare la paura del fallimento e le preoccupazioni legate all’integrazione sociale.

L’obiettivo principale del trattamento è quello di aiutare le persone ad uscire dall’isolamento, riprendendo una vita più normale ed equilibrata.

Inoltre,  il percorso psicoterapeutico  consente di  aumentare la consapevolezza della realtà circostante e conoscere meglio quelle dinamiche relazionali profonde di se stessi. Questa consapevolezza può portare all’accrescimento dell’autostima e al miglioramento del senso della propria vita.

In conclusione, la psicoterapia psicoanalitica può offrire un valido supporto per affrontare l’hikikomori. Grazie alla comprensione e consapevolezza, il paziente può riuscire a superare i conflitti interiori e a riprendere una vita più socialmente attiva ed equilibrata.

Sindrome di Hikikomori cura

La sindrome di Hikikomori non ha una classificazione specifica nel DSM-5.

Quali sono i rimedi dell’isolamento sociale volontario?

Come si cura la sindrome di Hikikomori?

Come si può aiutare una persona che soffre della sindrome di Hikikomori?

La cura della sindrome di hikikomori è un tema molto delicato, poiché questa patologia ha radici profonde nella psicologia individuale e nel contesto sociale. Tuttavia, la psicoterapia psicoanalitica può rappresentare una soluzione efficace per aiutare le persone affette da questo disturbo a superare le proprie paure e a ristabilire una relazione positiva con il mondo esterno.

La terapia psicoanalitica si basa sulla ricerca delle cause profonde del problema, attraverso l’analisi dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti del paziente. In questo modo, si cerca di comprendere il significato simbolico dell’isolamento volontario e di individuare le paure o le frustrazioni che hanno portato alla sindrome di hikikomori.

Il lavoro terapeutico è lungo e complesso, ma può portare a risultati significativi se condotto con professionalità e attenzione. La psicoterapia psicoanalitica può aiutare a ricostruire la fiducia in sé stessi e negli altri, a superare l’ansia sociale e a sviluppare nuove abilità per affrontare i rapporti interpersonali.

In conclusione, la sindrome di hikikomori è un disturbo psicologico serio che richiede cure specifiche. La terapia psicoanalitica può rappresentare una soluzione efficace per aiutare le persone affette da questo problema a superarlo e a ristabilire una relazione positiva con il mondo esterno.

In queste circostanze, la psicologia è un supporto concreto sia per i genitori e la famiglia – che spesso non sanno come comportarsi con un ragazzo con diagnosi di hikikomori – sia che si tratti di un’esperienza vissuta in prima persona.

Con la terapia, il professionista lavora per indagare quali sono le reali cause,  analizzando i comportamenti della persona, il contesto familiare e sociale in cui vive, valutando i sintomi ed i possibili disagi sofferti.

In alcuni casi e unitamente alla psicoterapia, la persona che soffre della sindrome di Hikikomori può ricevere anche una terapia farmacologica, prescritta esclusivamente dallo psichiatra.

Massimo Franco
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