Il Dr. Massimo Franco è uno psicologo e psicoterapeuta con sede ad Ancona che offre servizi di consulenza online.
Grazie alla sua vasta esperienza nel campo della psicologia, il Dr. Franco è in grado di offrire supporto a coloro che cercano aiuto per risolvere problemi emotivi ed esistenziali.
Il suo approccio empatico e attento alle esigenze dei pazienti lo ha reso un professionista molto apprezzato nel settore della salute mentale.
La sua consulenza online consente a chiunque di usufruire dei suoi servizi comodamente da casa propria.
La consulenza online offerta dal Dr. Franco è estremamente flessibile, adattabile alle esigenze di ogni paziente.
Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali, egli è in grado di fornire un supporto immediato e personalizzato, garantendo la massima privacy e riservatezza.
Il Dr. Franco si occupa di una vasta gamma di disturbi psicologici, tra cui ansia, depressione, stress post-traumatico, dipendenze comportamentali e problemi relazionali.
Attraverso la sua consulenza online, il Dr. Franco aiuta i pazienti a comprendere le cause dei loro problemi e a trovare soluzioni efficaci per superarli.
Se stai cercando un professionista che ti possa aiutare a risolvere i tuoi problemi emotivi ed esistenziali, non esitare a contattare il Dr. Massimo Franco. Grazie alla sua esperienza e alla sua professionalità, potrai superare i tuoi problemi con la massima efficacia e serenità.
Psicologo
Psicologo e psicoterapeuta sono due figure professionali che si occupano della salute mentale delle persone, ma hanno delle differenze importanti. Uno psicologo è un laureato in psicologia che ha seguito un percorso di formazione specifico e ha superato un esame di stato per ottenere l’abilitazione alla professione. Uno psicoterapeuta è un psicologo o un medico che ha completato una scuola di specializzazione in psicoterapia, che gli consente di utilizzare dei metodi e delle tecniche per trattare i disturbi psicologici.
Quando è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma in generale si può dire che si tratta di una scelta personale che dipende dalla situazione e dal bisogno di ognuno. Alcune persone possono trovare utile consultare uno psicoterapeuta quando si sentono in difficoltà, quando vivono dei conflitti interiori o relazionali, quando soffrono di ansia, depressione, fobie, dipendenze o altri problemi che compromettono il loro benessere psicologico e la loro qualità di vita.
Per esempio, una persona che ha subito un trauma può avere bisogno di elaborare il suo vissuto e di superare i sintomi post-traumatici con l’aiuto di uno psicoterapeuta specializzato in EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Oppure, una persona che ha una bassa autostima può beneficiare di una psicoterapia che le insegni a riconoscere e a sfidare i suoi pensieri negativi su se stessa e sul mondo.
Altre persone possono ricorrere alla psicoterapia per conoscere meglio se stesse, per sviluppare le proprie potenzialità, per affrontare delle sfide o dei cambiamenti importanti. Per esempio, una persona che vuole cambiare lavoro può trovare utile una psicoterapia che la aiuti a scoprire il suo senso di vita e a realizzare i suoi progetti. Oppure, una persona che vuole migliorare la sua relazione di coppia può optare per una psicoterapia che la aiuti a comunicare meglio con il suo partner e a risolvere i conflitti.
La psicoterapia è un processo che richiede tempo, impegno e fiducia reciproca tra il terapeuta e il paziente. Lo scopo della psicoterapia è quello di aiutare la persona a comprendere le cause dei suoi disturbi, a modificare i suoi schemi di pensiero e di comportamento disfunzionali, a sviluppare nuove risorse e strategie per affrontare le situazioni problematiche, a migliorare la sua autostima e la sua capacità di relazionarsi con gli altri. La psicoterapia non è una soluzione magica, ma un percorso di crescita personale che richiede la collaborazione attiva del paziente.
Uno psicologo può svolgere anche altre funzioni oltre alla psicoterapia, come la valutazione psicodiagnostica, la consulenza psicologica, il sostegno psicologico, l’orientamento scolastico e professionale, la prevenzione e la promozione della salute mentale. Uno psicologo può lavorare in diversi ambiti, come il sanitario, lo scolastico, il sociale, il giuridico, il lavorativo, lo sportivo.
Sia lo psicologo che lo psicoterapeuta sono tenuti a rispettare il codice deontologico della professione, che prevede tra l’altro il rispetto della dignità e dei diritti della persona, il segreto professionale, la competenza e l’aggiornamento continuo.
Chi è e cosa fa lo psicologo
Lo psicologo è un professionista che si occupa di aiutare le persone ad affrontare i problemi della vita, come le difficoltà emotive, relazionali e comportamentali. Ha una formazione specialistica nell’ambito del benessere psicologico.
Si occupa di tutti gli aspetti della salute mentale, offrendo valutazioni, diagnosi e trattamenti individualizzati a seconda delle esigenze del paziente.
Lo psicologo può anche aiutare nella gestione dello stress, nell’affrontare problemi di personalità o nell’elaborare lutti e traumi.
Uno psicologo online può offrire un supporto prezioso mediante chat, videochiamate o messaggi.
Può aiutare con consigli e strategie per affrontare problemi di tutti i giorni come depressione, ansia e difficoltà relazionali. Inoltre, può fornire informazioni su tecniche di rilassamento e risorse utili per mantenere la salute mentale.
Psicologo: è un professionista che può fare interventi di prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno rivolte all’individuo, alla coppia, alla famiglia, al gruppo, all’organizzazione allo scopo di migliorare la qualità della vita.
Lo Psicologo è legittimato a compiere interventi di la prevenzione del disagio psichico, promozione della salute psicologica, promozione del benessere relazionale e sociale, diagnosi dei disturbi mentali.
Lo Psicologo si differenzia dallo Psicoterapeuta perchè solo lo psicoterapeuta può svolgere interventi di psicoterapia.
Lo Psicoterapeuta può essere o uno psicologo o un medico che ha frequentato la scuola quadriennale di specializzazione in psicoterapia. Lo Psicoterapeuta, oltre alla laurea in psicologia o in medicina, e all’iscrizione all’ordine degli psicologi, ha una specializzazione post universitaria di almeno quattro anni.
Lo Psicologo– Psicoterapeuta o il Medico Psicoterapeuta, oltre alle attività di prevenzione, diagnosi, sostegno e riabilitazione, svolge attività di cura attraverso gli strumenti e le tecniche terapeutiche proprie della psicoterapia: la relazione, l’ascolto e la parola, naturalmente secondo specifiche tecniche basate sulle teorie fondamentali alle quali fa riferimento il professionista.
Lo Psicologo-Psicoterapeuta è un professionista che si occupa degli aspetti mentali, comportamentali e emotivi delle persone. Si occupa della diagnosi dei disturbi mentali e della loro cura, in particolare attraverso la psicoterapia.
Psicologo e Psicoterapeuta: abilitazione all’esercizio della psicoterapia
Il termine “psicologo” indica un professionista che ha conseguito una laurea magistrale in psicologia e che è abilitato all’esercizio della professione, secondo quanto previsto dalla legge italiana. Tuttavia, il ruolo del psicologo può differire a seconda delle specializzazioni e delle competenze acquisite nel corso degli studi universitari.
In particolare, per diventare psicoterapeuta è necessario conseguire una formazione specifica post-laurea che prevede una formazione di almeno 4 anni presso un istituto riconosciuto dal Ministero della Salute. Solo dopo il completamento di questo percorso formativo il professionista può essere iscritto all’Albo degli Psicologi e alla sezione A dell’Albo degli Psicoterapeuti.
La psicoterapia è una forma di intervento psicologico che si basa su una relazione terapeutica tra il professionista e il paziente. Il suo obiettivo è quello di aiutare la persona a comprendere meglio se stessa, le proprie emozioni e i propri comportamenti, per affrontare le difficoltà della vita quotidiana e migliorare la propria qualità di vita.
Il lavoro del psicoterapeuta consiste nella valutazione del paziente, nella definizione di un piano terapeutico personalizzato e nell’attuazione dell’intervento, utilizzando tecniche e metodologie specifiche in base al tipo di disturbo o problema presentato dal paziente.
È importante sottolineare che la figura del psicoterapeuta non è l’unica ad occuparsi della salute mentale dei pazienti. Esistono infatti altre figure professionali come gli psichiatri, i neuropsichiatri infantili, gli psicologi clinici che possono intervenire in caso di disturbi mentali o comportamentali.
In ogni caso, sia per l’esercizio della professione di psicologo che per quello di psicoterapeuta, è fondamentale seguire un codice deontologico preciso e rispettare le normative vigenti in materia sanitaria e privacy dei pazienti.
Psicologo come lavora
Lo Psicologo aiuta le persone offrendo loro un ambiente sicuro e privato dove possono parlare liberamente e esprimere i propri sentimenti.
Lo scopo principale di uno Psicologo è quello di aiutare le persone a superare i problemi della vita quotidiana, fornendo loro strumenti che le aiutino ad affrontarli.
Lo Psicologo può offrire supporto emotivo e morale, aiutando la persona a riconoscere ed esprimere in modo più sano le proprie emozioni. Può anche fornire consulenza su come affrontare determinate circostanze o decisioni.
Insieme al paziente, lo psicologo può analizzare i pensieri, le convinzioni e le credenze che hanno un impatto sulla vita delle persone, cercando di sviluppare strategie efficaci per gestire le difficoltà.
Come capire se si ha bisogno di uno Psicologo?
Come capire se si ha bisogno di uno psicologo può essere una domanda complessa da affrontare. A volte, le persone hanno difficoltà a riconoscere quando potrebbero beneficiare dell’aiuto professionale.
Ci sono alcuni segnali che possono aiutare a decidere se si ha bisogno di uno psicologo.
Un importante segnale è la percezione soggettiva del proprio umore.
Se senti costantemente tristezza o Depressione , o se la tua ansia è così intensa da influire sulla tua capacità di fare le cose, può essere utile parlare con uno specialista.
Altri sintomi come l’irritabilità, l’insonnia e i pensieri ricorrenti possono indicare la necessità di un aiuto professionale.
Un altro modo per capire se si ha bisogno di un terapeuta è prendere in considerazione le proprie relazioni con gli altri.
Se ti senti isolato o incapace di connetterti con coloro che ami, potrebbe essere utile lavorare con uno Psicoterapeuta per comprendere meglio queste dinamiche e migliorare le relazioni interpersonali.
Le abitudini negative possono anche essere un indicatore che qualcosa non va come dovrebbe. Se bevi troppo, fumi troppo o usi sostanze illegali, forse non stai gestendo in modo appropriato la tua salute mentale e il tuo benessere emotivo.
Uno Psicoterapeuta può aiutarti a prendere consapevolezza delle cause profonde del tuo comportamento e ad imparare strategie più efficaci per gestire le emozioni negative.
Infine, se la tua vita sta attraversando momenti difficili come la morte di una persona cara o lo stress sulla salute finanziaria e professionale, potresti aver bisogno di parlare con qualcuno per superarli.
Psicologo a cosa serve
Lo Psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale e del benessere psicologico delle persone. Si propone di aiutare le persone a gestire meglio i loro problemi, a comprendere meglio se stesse, ad affrontare le difficoltà della vita e a raggiungere i propri obiettivi.
Lo scopo principale della psicologia è quello di promuovere la salute mentale e il benessere psicologico, attraverso l’aiuto per raggiungere gli obiettivi di crescita personale e professionale.
Lo Psicologo-Psicoterapeuta utilizza diversi metodi per aiutare le persone ad affrontare problemi complessi come depressione, ansia, stress, lutto, problemi relazionali o disturbi mentali più gravi. Lo psicologo può avere un ruolo importante nell’aiutare le persone ad affrontare la malattia o altri eventi traumatici che hanno avuto un impatto sulla vita di una persona.
Può inoltre svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’autostima e nell’affrontare i conflitti interpersonali.
Psicologo e Psicoterapeuta differenze
La differenza principale tra uno psicologo e un psicoterapeuta è che il primo si occupa di prevenzione, diagnosi e sostegno, mentre lo psicoterapeuta cura con la psicoterapia i disturbi mentali.
Lo psicoterapeuta,, è un professionista che può aiutare i suoi pazienti a risolvere problemi emotivi, disagio psichico e i vari disturbi psichici, attraverso l’applicazione del metodo di cura: la psicoterapia.
Un altro modo per distinguere tra uno psicologo e uno psicoterapeuta è considerare le diverse competenze richieste per ognuna delle due professioni. Uno psicologo ha bisogno di competenze e conoscenze approfondite del comportamento umano.
Uno psicoterapeuta, tuttavia, necessita di un’ulteriore approfondimento, studio e competenze legate alla specializzazione richiesta per l’esercizio della psicoterapia. Entrambe le professioni sono regolate dalla legge ed esigono formazione specifica per poter esercitare la professione.
In conclusione, la principale differenza tra i due è che lo psicologo si focalizza sulla diagnosi e trattamento dei disturbi mentali, mentre un psicoterapeuta si focalizza sull’aiuto ai propri clienti nell’affrontare problemi emotivi e nello sviluppo di abilità personali.
Psicoterapeuta psicoanalitico o psicodinamico
L’approccio psicoanalitico, sviluppato da Sigmund Freud alla fine del XIX secolo, è un modello di psicoterapia che mira a trattare i problemi emotivi e di comportamento attraverso l’esplorazione e la comprensione delle relazioni inconsce tra il passato e il presente.
Uno psicoterapeuta psicoanalitico opera con una prospettiva che mette in luce come le esperienze pregresse possano influenzare i sentimenti, i pensieri e le relazioni della persona nel presente. Ciò può consentire al paziente di riconoscere come le dinamiche interne ed esterne possano influenzare le sue reazioni.
Durante una psicoterapia psicoanalitica, il terapeuta può incoraggiare il paziente ad esplorare la sua personalità più profonda attraverso l’interpretazione dei sogni, della fantasia e della comunicazione non verbale. Il terapeuta si concentra anche sull’ascolto attivo delle parole e del linguaggio corporeo del paziente per raccogliere informazioni su come affrontare meglio i problemi emotivi o di comportamento.
Il terapeuta psicoanalitico può anche aiutare il paziente a riconoscere le loro tendenze interne ed esterne che potrebbero contribuire alle difficoltà che stanno affrontando. Ciò può avere successo nell’aiutare la persona a risolvere i propri problemi emotivi o di comportamento.
In conclusione, uno psicoterapeuta psicoanalitico è un professionista qualificato che utilizza tecniche psicoanalitiche per aiutare le persone ad affrontare problemi emotivi o di comportamento attraverso l’esplorazione del passato e del presente. Questo approccio può consentire al cliente di riconoscere come le dinamiche interne ed esterne possano influenzare la propria salute mentale.
Psicoanalista
Uno psicoanalista è uno specialista che si occupa di aiutare le persone a raggiungere lo stato di benessere psicologico. Si basa sulla teoria della psicoanalisi, che è un approccio alla comprensione della mente umana.
Il lavoro di un psicoanalista consiste nel fornire un ambiente sicuro in cui le persone possano esplorare i loro problemi emotivi e psicologici. Il terapeuta li aiuta ad affrontare le loro paure e insicurezze, e a riconoscere le proprie emozioni, pensieri ed atteggiamenti.
La psicoanalisi può aiutarci a raggiungere la consapevolezza delle nostre emozioni, dei nostri comportamenti e delle nostre relazioni interpersonali. Attraverso la tecnica dell’associazione libera, il paziente può esprimere liberamente i propri sentimenti senza giudizio o pregiudizio.
Questo processo di terapia cerca di aiutare la persona ad affrontare le difficoltà che incontra nella vita quotidiana. Il terapeuta analizza anche gli atteggiamenti inconsci del paziente, che sono spesso alla base della sofferenza emotiva.
L’obiettivo finale del trattamento è quello di rafforzare la salute mentale e lo sviluppo personale del paziente, in modo da poter affrontare più facilmente le sfide che incontrerà nella vita.
Psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica
La psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica è una forma metodo di trattamento che ha come obiettivo aiutare le persone a diventare consapevoli delle loro emozioni e dei loro sentimenti, nonché del modo in cui questi influenzano la loro vita.
Si tratta di un approccio olistico alla cura della salute mentale che mira a comprendere come i nostri comportamenti, le nostre scelte e le nostre relazioni sono influenzati dalle nostre esperienze passate e dalle nostre convinzioni interiori.
La psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica si concentra sull’esplorazione del passato per comprendere il presente, un passato che non è passato ma che ritorna a bussare!
“Il passato che non è passato e che continua a ripresentarsi, a bussare alla nostra porta della coscienza, che preme per essere ascoltato. Il sintomo, come ansia, attacchi di panico, la loro formazione, si nutrono della materia dell’inconscio”
Durante le sedute, il terapeuta può incoraggiare il paziente a parlare liberamente della propria vita e ricordare eventi significativi ed esperienze emotive profonde.
Attraverso un’attenta analisi del discorso e tecniche di interpretazione, il terapeuta può aiutare il paziente a identificare le cause profonde del proprio disagio e della propria sofferenza.
Il processo di guarigione può essere lungo ma ripagato dal benessere e dalla crescita personale raggiunte alla fine del trattamento.
Efficacia della Psicoterapia Psicoanalitica
Sempre più frequentemente, si diffonde l’infondata informazione che la terapia Cognitivo-Comportamentale sia quella “più efficace” basata sulle evidenze scientifiche
Spesso le persone nel cercare informazioni sulle diverse psicoterapie si imbattono in una ampia proposta di approcci e metodi e leggono informazioni che alcune psicoterapie sono “migliori” di altre, perchè hanno una “ maggiore efficacia” basata sull’evidenza scientifica.
In realtà, da anni, si assiste ad una vera e propria “Disinformazione”, basata e sviluppata su importanti “omissioni” e “verità parziali”.
Cosa dicono le ricerche e come stanno veramente i fatti?
Negli ultimi decenni, mentre la terapia Cognitivo-Comportamentale cercava di accreditarsi utilizzando “evidence based “ (Prove di Efficacia), misurando e pubblicando i risultati dei trattamenti, le terapie Psicodinamiche hanno prestato poca attenzione a questi aspetti sperimentali.
Praticabilità di “evidence based” nei differenti modelli di Psicoterapia.
Le psicoterapie che hanno praticato “evidence based” (come la terapia Cognitivo-Comportamentale e la terapia Breve Strategica) operano su obiettivi limitati , si focalizzano infatti esclusivamente sulla remissione del sintomo: questo fatto rende facilmente applicabile una pratica “evidence based” dei cambiamenti e l’utilizzo dei “gruppi di controllo” (nel lavoro sperimentale il “gruppo di controllo” è la comparazione dei risultati del gruppo trattato con un gruppo identico – in questo caso con lo stesso sintomo – ma che non ha ricevuto nessun trattamento psicoterapeutico).
La psicoterapia psicodinamica lavora su una maggiore complessità ed ha problemi a ridurre tale complessità per misurarla con gli stessi strumenti (evidence based) senza svuotare e svalutare l’approccio stesso.
I risultati delle ricerche effettuate con il metodo evidence based sono stati pubblicati come prove di efficacia e sostenute per affermare la mancanza di efficacia e scientificità delle Psicoterapie Psicodinamiche.
I dati sono stati diffusi senza precisazione alcuna di mancanza di raffronto con le terapie psicodinamiche; sono stati utilizzati come prove di superiorità rispetto ad altre psicoterapie e per affermare il proprio approccio sul mercato delle psicoterapie.
Dire che “qualcosa funziona” non è la stessa cosa di dire che “qualcosa funziona meglio di qualcos’altro”. Questa informazione “parziale” è quindi diventata “disinformazione” quotidianamente alimentata da taluni operatori del settore e dalle scuole stesse che ne traevano beneficio in termini pubblicitari. Sulla presunta superiorità delle psicoterapie Cognitivo-Comportamentali, gli studi più recenti stanno dimostrando il contrario.
Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi sui risultati delle terapie Psicodinamiche (sia a breve termine, sia a lungo termine) che mostrano valori molto positivi e che mettono totalmente in discussione la presunta superiorità delle terapie Cognitive-Comportamentali.
Il suo articolo
The Efficacy of Psychodynamic Psychotherapy ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo per aver stabilito fermamente la psicoterapia psicoanalitica come trattamento basato sull’evidenza.
La ricerca e la scrittura del dottor Shedler stanno plasmando le visioni contemporanee delle sindromi di personalità e del loro trattamento.
È autore di numerosi articoli scientifici e accademici, creatore della
Shedler-Westen Assessment Procedure (SWAP) per la diagnosi della personalità e la formulazione di casi clinici e coautore del
Manuale diagnostico psicodinamico (PDM-2).
Ha più di 25 anni di esperienza nell’insegnamento e nella supervisione di psicologi, psichiatri e psicoanalisti.
Tra questi, J. Shedler in “The efficacacy of psychodynamic psychotherapy” pubblicato su American Psychologist (2010), dimostra che la “dimensione del risultato” (l’effect size) della terapia Psicodinamica è pari, se non superiore, a quella di altre terapie evidence based.
Inoltre, i pazienti trattati con la Psicoterapia Psicodinamica mantengono maggiormente i risultati nel tempo e continuano a migliorare dopo la fine della terapia.
Per essere più precisi, l’effect size della terapia Psicodinamica varia da 0.69 a 1.46, mentre quello della terapia Cognitivo-Comportamentale varia da 0.58 a 1.00.
Infine, altro dato molto importante, l’effect size della terapia farmacologica nella depressione è risultato essere molto più basso: varia da 0.17 a 0.31.
The efficacy of psychodynamic psychotherapy. American Psychologist, February-March, vol. 65, n°2, 98-109.
Le evidenze empiriche disponibili dimostrano che la ‘dimensione del risultato’ (effect size)delle terapie psicodinamiche è pari, se non superiore, a quella di altre psicoterapie ‘basate sull’evidenza’ (evidence based).
I pazienti trattati con una terapia psicodinamica mantengono maggiormente i risultati nel tempo e continuano a migliorare dopo la fine della terapia.
In molti studi è stato anche dimostrato empiricamente che l’efficacia delle terapie non-psicodinamiche è spesso da ascrivere al fatto che i terapeuti utilizzano tecniche che da sempre caratterizzano l’approccio psicodinamico.
L’opinione secondo cui gli approcci psicodinamici non sono efficaci non è dunque in accordo con i dati della ricerca scientifica.
Psicoterapia Psicoanalitica caratteristiche
Per contribuire ad una maggiore comprensione della Psicoterapia Psicoanalitica, si propone di seguito, la sintesi di Jonathan Shedler della University of Colorado Denver School of Medicine che ha provato a raggruppare quelle che sono le caratteristiche fondamentali della tecnica psicoanalitica contemporanea (J. Shedler: The Efficacy of Psychodynamic Psychotherapy; 2010, American Psychologist, Vol. 65, No. 2, 98–109)
1. Focus sugli affetti e sull’espressione delle Emozioni .
La psicoterapia psicoanalitica incoraggia l’esplorazione e la discussione di tutta la gamma delle emozioni del paziente.
Il terapeuta aiuta il paziente descrivere e a dare voce ai sentimenti, tra cui anche sentimenti contraddittori, preoccupanti o minacciosi e a quei sentimenti che inizialmente il paziente può non essere in grado di conoscere o riconoscere (questo aspetto è in contrasto con il focus tipicamente cognitivo di altre terapie, dove la maggiore attenzione è posta sui pensieri e sulle credenze).
Nel lavoro psicoanalitico vi è la consapevolezza che una comprensione intellettuale non è la stessa cosa di una intuizione emotiva, i cui effetti si avvertono a livello profondo e che porta a dei cambiamenti strutturali (questo è uno dei motivi per cui, ad esempio, molte persone intelligenti e con buona comprensione psicologica, nonostante siano consapevoli delle cause delle loro difficoltà, non sono comunque in grado di superare quelle stesse difficoltà: manca una reale e profonda comprensione emotiva).
2. Analisi delle difese psichiche.
In termini più semplici si tratta dell’esplorazione dei modi con cui una persona cerca di evitare pensieri e sentimenti disturbanti. La gente fa molte cose, consapevolmente e inconsapevolmente, al fine di evitare quegli aspetti dell’esperienza che sente come preoccupanti o disturbanti.
Questo tipo di evitamento in terapia può assumere forme grossolane, come ad esempio sedute saltate, ritardi, o discorsi evasivi oppure può assumere forme sottili e difficili da riconoscere come cambiare improvvisamente discorso quando certe idee nascono o potrebbero nascere, concentrarsi su aspetti concreti di un’esperienza piuttosto che su ciò che è psicologicamente significativo, concentrarsi sulle cause esterne del proprio disagio piuttosto che sul proprio ruolo nel determinare gli eventi, e così via.
Gli psicoanalisti sono specificamente addestrati per concentrarsi attivamente nell’individuazione e nell’esplorazione delle difese psichiche.
3.Identificazione di temi e schemi relazionali ricorrenti.
Gli psicoanalisti cercano di identificare ed esplorare temi e modelli ricorrenti nei pensieri, nei sentimenti, nel concetto di sé, nelle relazioni e nelle esperienze di vita dei pazienti.
In alcuni casi un paziente può essere consapevole di mettere in atto modalità che sono per lui dolorose o controproducenti e nonostante ciò non essere in grado di evitarle (ad esempio: una donna che si ritrova ripetutamente attratta da partner non disponibili o già impegnati; un uomo che si sabota regolarmente quando un successo è a portata di mano).
In altri casi, il paziente può non essere a conoscenza dei suoi modelli ricorrenti fino a quando il terapeuta non lo aiuta a riconoscerli e a comprenderli.
4. Attenzione alle esperienze evolutive.
In relazione alla identificazione dei temi e dei modelli ricorrenti viene attribuita particolare importanza alle esperienze precoci con le figure di attaccamento: l’attenzione sul passato non è fine a se stessa ma serve a individuare la relazione tra il passato e il presente, il modo in cui il passato tende a “vivere” nel presente. Il passato serve a gettare luce sulle difficoltà attuali e l’obiettivo è quello di aiutare i pazienti a liberarsi dai vincoli che si sono strutturati nelle passate esperienze per vivere più pienamente il presente.
5. Focus sulle relazioni interpersonali. La terapia psicoanalitica si concentra in particolare sulle relazioni e sulle esperienze interpersonali dei pazienti (in termini teorici: sulle relazioni oggettuali e di attaccamento).
- In che modo il paziente entra in relazione con gli altri?
- Come si percepisce in relazione agli altri?
- Come percepisce gli altri rispetto a sé?
Gli aspetti adattivi e non adattivi della personalità e del senso di sé infatti si formano nel contesto delle relazioni di attaccamento e le difficoltà psicologiche spesso sorgono quando interazioni interpersonali problematiche interferiscono con la capacità di una persona di soddisfare le proprie esigenze emotive.
6. Focus sulla relazione terapeutica. Il rapporto tra terapeuta e paziente è di per sé un importante rapporto interpersonale che può diventare profondamente significativo e carico emotivamente.
Quando vi sono dei temi ripetitivi nelle relazioni di una persona e nelle sue modalità di interazione, questi temi e modalità tendono in qualche modo a emergere anche nella relazione terapeutica sebbene spesso ciò accada in forme più complesse, sottili e “camuffate”.
La ricorrenza di temi interpersonali nella relazione terapeutica offre un’opportunità unica per esplorarli e rielaborarli “in tempo reale” mentre si manifestano. L’obiettivo è acquisire una maggiore flessibilità nelle relazioni interpersonali ed una maggiore capacità di soddisfare le proprie esigenze affettive.
7. Esplorazione delle fantasie mentali.
A differenza di altri tipi di terapia in cui il terapeuta può attivamente condurre le sedute o seguire un determinato programma, nella psicoterapia psicoanalitica i pazienti sono invitati ed incoraggiati a parlare liberamente di tutto ciò che viene loro in mente, indipendentemente da quanto rilevante, pertinente, desiderabile o socialmente accettabile sia il contenuto dei loro pensieri.
Quando i pazienti riescono a far questo (si tratta di un compito apparentemente semplice ma in realtà molto complesso: la maggior parte dei pazienti richiede molto tempo e un notevole aiuto da parte del terapeuta prima di poter parlare liberamente) i loro pensieri spaziano naturalmente in molti settori della vita mentale tra cui desideri, paure, fantasie, sogni e sogni ad occhi aperti.
Tutto questo materiale rappresenta una ricca fonte di informazioni su come la persona vede se stessa e gli altri, su come percepisce, interpreta o evita alcuni aspetti dell’esperienza, e su come tutto questo interferisca con una potenziale capacità di trovare un maggiore piacere e significato della sua vita.
L’ultima frase rimanda ad un obiettivo più grande, implicito in tutti gli altri: l’obiettivo della terapia psicoanalitica comprende, ma va oltre, la remissione dei sintomi.
Il successo del trattamento dovrebbe non solo alleviare i sintomi (cioè liberarsi di qualcosa), ma anche favorire lo sviluppo e l’utilizzo di risorse psicologiche latenti.
A seconda della persona e delle circostanze, queste potrebbero includere la capacità di avere relazioni interpersonali soddisfacenti, utilizzare in modo più efficace le proprie doti e capacità, mantenere un realistico senso di autostima, essere in grado di tollerare una gamma più ampia di affetti, avere una vita sessuale più gratificante, essere in grado di capire se stessi e gli altri in modo più ricco e con maggiori sfumature, affrontare del sfide della vita con maggiore libertà e flessibilità.
Questi obiettivi sono perseguiti attraverso un lavoro di auto-riflessione, auto-esplorazione e scoperta di sé che può svolgersi solo nel contesto di una relazione sicura e profondamente autentica tra terapeuta e paziente.
Cosa vuol dire approccio psicodinamico?
L’approccio psicodinamico è una forma di terapia che si concentra principalmente sull’indagine della struttura e del funzionamento interno della personalità. Si basa sull’idea che i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti siano influenzati dalle forze interne inconsce all’interno della nostra mente. L’obiettivo principale di questo approccio è quello di aiutare le persone a comprendere e risolvere i problemi emotivi attraverso l’esplorazione del loro passato personale. Un passato che non è risolto!
L’approccio psicodinamico si concentra sulla relazione terapeutica tra il paziente e il terapeuta come un mezzo per aiutare il paziente a superare le sue difficoltà.
Il terapeuta cerca di identificare le fonti inconsce della sofferenza del paziente, incoraggiandolo ad esplorare le cause sottostanti le sue emozioni, sentimenti e comportamenti. Il processo può prevedere l’esplorazione di ricordi dimenticati o nascosti, così come la rielaborazione delle esperienze infantili che potrebbero essere alla base dei problemi presentati.
I benefici ottenuti da un approccio psicodinamico possono variare da persona a persona.
Gli obiettivi principali sono quelli di migliorare: la consapevolezza del sé, ridurre l’ansia, la depressione e altri disturbi emotivi e migliorare la capacità di gestire i problemi emotivi in modo più produttivo.
Inoltre, può contribuire anche ad una maggiore consapevolezza delle relazioni interpersonali, aumentando la capacità di costruire relazioni più solide ed equilibrate con gli altri.
Psicoanalisi e psicoterapie psicoanalitiche
L’approccio psicoanalitico alla psicoterapia è un metodo di lavoro che si concentra sull’individuo, la sua storia e le sue esperienze di vita. Si basa sulla teoria secondo la quale molte persone sono influenzate da sentimenti, pensieri, ricordi e convinzioni inconsci che possono avere un impatto sulla loro salute mentale.
A questo scopo, il terapeuta utilizzerà tecniche come l’interpretazione dei sogni, la condivisione degli stati d’animo e l’analisi delle relazioni interpersonali per aiutare il paziente a riconoscere e comprendere i propri sentimenti inconsci.
Con l’aiuto del terapeuta, il paziente può cominciare a identificare i meccanismi mentali che influenzano la propria vita.
Ciò consente al paziente di prendere consapevolezza delle proprie emozioni e pensieri profondamente radicati, abbracciando anche le parti più oscure della propria personalità.
La psicoanalisi si concentra anche sulle relazioni tra il passato del paziente e le sue emozioni ed esperienze attuali. Il terapeuta può aiutare il paziente a prendere decisioni più consapevoli e ad affrontare problemi emotivamente complessi.
La psicoterapia psicoanalitica è un processo lungo che richiede impegno da parte del paziente e del terapeuta. Le sedute possono durare da alcune settimane fino a anni, in base alle necessità individuali.
Il processo può anche essere difficile ed estenuante poiché richiede al paziente di affrontare le sue paure più profonde. Tuttavia, con l’aiuto del terapeuta, i pazienti possono raggiungere una maggiore consapevolezza di se stessi e imparare come affrontare gli ostacoli emotivamente complessi nella vita quotidiana.
Che cos’è la psicoterapia psicoanalitica?
La psicoterapia psicoanalitica è una forma di trattamento psicologico che si concentra sulla comprensione dei processi inconsci che guidano le nostre emozioni e azioni. Si basa sull’idea che gli eventi del passato, le relazioni e le esperienze influenzano il modo in cui percepiamo e interagiamo con il mondo attuale. Si ritiene che queste influenze, spesso inconsce, possano contribuire a problemi di salute mentale, come Depressione o Ansia .
La psicoterapia psicoanalitica si concentra sulle emozioni, i sentimenti e le sensazioni associate all’esperienza passata o presente.
Il terapeuta può esplorare con il paziente la storia del loro passato per comprendere meglio le cause di un problema attuale. Inoltre, possono anche indagare nella condotta attuale del paziente per determinare come viene influenzata dalle preoccupazioni inconsce. Il terapeuta utilizza la tecnica della free association, in cui il paziente parla liberamente senza alcuna censura e i loro pensieri possono essere analizzati dal punto di vista psicoanalitico.
L’obiettivo principale della terapia è quello di aiutare il paziente a sviluppare una migliore consapevolezza di sé stesso, capire meglio come funziona la propria mente ed elaborare un nuovo modo di reagire alle situazioni difficili.
Inoltre, la terapia può fornire al cliente un ambiente sicuro in cui esprimere liberamente i propri sentimenti e pensieri. Il terapeuta può anche incoraggiarli ad affrontare paure e preoccupazioni all’interno della sessione e incoraggiarli ad applicare gli insegnamenti appresi nella vita quotidiana. La durata della terapia dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di problema che l’individuo sta affrontando, la gravità del disturbo e la frequenza con cui si svolgono le sessioni.
Perché la psicoanalisi?
La psicoanalisi è una forma di psicoterapia che mira a promuovere il benessere psicologico e la salute emotiva di un individuo attraverso l’esplorazione delle loro esperienze passate, dei loro pensieri ed emozioni.
La psicoanalisi si concentra sull’identificazione dei meccanismi inconsci che potrebbero essere alla base dei problemi psicologici che una persona sta affrontando. Inoltre, la psicoanalisi mira anche a comprendere come queste influenze inconsce possano influenzare le relazioni interpersonali e gli atteggiamenti nei confronti di se stessi.
Gli obiettivi principali della psicoanalisi sono quelli di fornire al paziente un maggiore senso di consapevolezza e comprensione del proprio sé e delle proprie emozioni, nonché aumentare la consapevolezza di come i meccanismi inconsci possano influire sul presente.
Inoltre, un altro obiettivo importante della psicoanalisi è quello di aumentare la capacità del paziente di affrontare le situazioni stressanti in modo più adeguato.
La psicoanalisi o una psicoterapia ad orientamento analitico, può essere utile anche per trattare malattie mentali come depressione, ansia e problemi di personalità.
Attraverso l’esplorazione del passato e della vita attuale del paziente, l’obiettivo è quello di fornire al paziente un maggiore senso di consapevolezza, nonché l’opportunità di sviluppare abilità utili per gestire situazioni difficili e prendere decisioni più adeguate.
La psicoanalisi può offrire al paziente un modo per affrontare le situazioni stressanti in modo più produttivo ed efficace.
In conclusione, la psicoanalisi può essere molto utile nell’aiutare le persone a trovare nuovi modelli di pensiero positivi che possono essere applicati al presente per trovare soluzioni creative alle loro preoccupazioni e situazioni difficili.
Inoltre, la psicoanalisi può anche aiutare le persone a comprendere meglio se stesse e i loro processi emotivi, offrendo loro una prospettiva più chiara sulle loro relazioni interpersonali.
Cosa significa approccio psicoanalitico?
L’approccio psicoanalitico è una forma di trattamento psicologico sviluppata da Sigmund Freud. Si basa sull’idea che la maggior parte dei problemi emotivi, comportamentali e mentali sono causati da processi inconsci, come le emozioni o i conflitti interiori che un individuo non può identificare direttamente.
Questo approccio è molto interessante perché consente di esplorare più profondamente i sentimenti e le reazioni del paziente, indagando sulla loro origine. In generale, l’approccio psicoanalitico mira a far emergere e comprendere maggiormente le forze inconsce che possono influenzare il comportamento, le convinzioni e i modelli di pensiero di una persona.
Il terapeuta cercherà di aiutare il paziente a esaminare i propri sogni, ricordi e fantasie alla ricerca di informazioni su quello che può significare per loro la vita.
Un trattamento psicoanalitico prevede anche la comunicazione in profondità tra terapeuta e paziente in modo che il paziente possa diventare consapevole delle proprie motivazioni interiori.
Il principio fondamentale dell’approccio psicoanalitico è che cambiamenti nella coscienza possono portare a cambiamenti nel comportamento.
Per raggiungere questo obiettivo, il terapeuta incoraggia il paziente a parlare liberamente delle proprie emozioni e pensieri e ad esplorare gli aspetti più profondi della propria personalità. La tecnica si concentra in particolar modo sul passato del paziente per capire come questo abbia influenzato la formazione del carattere e le sue relazioni con gli altri.
La psicoterapia psicoanalitica individuale
La psicoterapia psicoanalitica individuale è una forma di terapia che si concentra sulla ricerca dei motivi inconsci che sottendono i comportamenti e le emozioni di una persona. Questo approccio è basato sull’idea che i problemi emotivi possono essere risolti attraverso l’esplorazione delle relazioni tra le varie parti della personalità. La psicoterapia psicoanalitica individuale mira a sviluppare una maggiore consapevolezza della propria storia personale e dei propri conflitti interiori.
Si concentra anche sull’analisi delle dinamiche relazionali e su come queste influenzano le nostre emozioni e i nostri pensieri.
Durante la terapia, il terapeuta aiuta il paziente a identificare ed esplorare i modelli di pensiero, i sentimenti e i comportamenti che possono causare difficoltà. Il terapeuta può anche aiutare il paziente a riconoscere le modalità in cui certe dinamiche interpersonali possono influenzare le sue percezioni, azioni e reazioni.
Inoltre, la psicoterapia psicoanalitica individuale può offrire al paziente uno spazio sicuro in cui esplorare liberamente sentimenti ed emozioni, lavorando con lui per trovare soluzioni creative ed efficienti per problematiche relazionali o emotive complesse.
Durante questo processo, il terapeuta incoraggia il paziente ad utilizzare risorse interne ed esterne in modo da affrontare situazioni difficili ed elaborarle in maniera produttiva. L’obiettivo principale di questo tipo di terapia è quello di fornire al paziente nuovi strumenti per raggiungere lo stato emotivo desiderato e affrontare le circostanze complesse della vita con maggiore consapevolezza e autonomia.
Quanti tipi di psicoterapia ci sono?
Ci sono diversi tipi di psicoterapia, ognuno con i propri obiettivi e metodi. La psicoterapia psicoanalitica è una delle più note e riconosciute forme di trattamento. Si concentra sulle relazioni e sugli aspetti emotivi della vita della persona, attraverso l’esplorazione della storia personale e dei sentimenti nell’attuale contesto relazionale.
Altre forme di psicoterapia includono la terapia cognitivo-comportamentale, che si concentra sull’apprendimento di abilità e strategie che aiutano le persone a gestire meglio le loro emozioni, pensieri e comportamenti; la terapia di supporto, che offre un ambiente sicuro in cui i pazienti possono condividere le loro preoccupazioni; la terapia interpersonale, che si concentra sugli effetti della relazione tra il paziente e gli altri; la terapia sistemica, che si concentra sulle dinamiche all’interno delle relazioni familiari; e la terapia a orientamento gestaltico, che mira a sviluppare una maggiore consapevolezza di se stessi.
C’è anche una serie di pratiche alternative come la meditazione trascendentale, lo yoga, la danza o il counseling ad orientamento spirituale. Ciascuna di queste tecniche ha lo scopo finale di aumentare la consapevolezza del sé interiore ed esterno e promuovere il benessere generale.
Psicoterapia: quando serve?
Ogni persona arriva a chiedere aiuto per come lo ha imparato a fare nel corso della propria vita e – soprattutto per chi è abituato a bastarsi da solo – non è sempre facile accettare l’aiuto di un professionista psicoterapeuta. A questo si aggiunge il fatto che non è sempre facile capire di avere un problema psicologico, e riconoscere i sintomi di un disturbo può essere davvero complicato, soprattutto se si vivono da tempo e sono ormai diventati il normale modo di approcciare e sentire la vita.
Ci sono però alcuni episodi che possono costituire un vero e proprio campanello d’allarme. È consigliabile iniziare un percorso di psicoterapia quando:
ci si accorge di avere disturbi alimentari, o comunque di essere particolarmente fissati con il proprio peso corporeo; si crede di soffrire di depressione; si manifestano ripetute crisi d’ansia o attacchi di panico; si iniziano ad evitare luoghi o situazioni per paura dei disagi emotivi che potrebbero creare;
si è cronicamente insoddisfatti di come si sta vivendo; si dimostra incapacità di frenare atteggiamenti aggressivi; si inizia a provare malessere generale; i pensieri diventano ossessivi e pressanti.
Tutti questi elementi possono essere manifestazione di una sofferenza emotiva. Il consiglio è quello di affidarsi all’intervento di un professionista per ristabilire l’equilibrio e riportare la persona nelle condizioni di poter affrontare serenamente la vita.
Disturbi psichici
La psicologia è una disciplina che si occupa dello studio della mente e del comportamento. I disturbi psichici sono una categoria di condizioni cliniche caratterizzate da sintomi emotivi, cognitivi, comportamentali e fisici che interferiscono con le funzioni quotidiane.
I Disturbi Mentali (o Disturbi Psichici) sono degli stati di alterazione patologica che colpiscono in vario modo le funzioni cognitive (il pensiero, l’ideazione, la concentrazione, l’attenzione, la capacità di affrontare e risolvere problemi), la sfera affettiva (l’umore, le emozioni, i sentimenti, l’ansia), il comportamento, la qualità delle relazioni interpersonali. In molti casi è il funzionamento complessivo della personalità ad essere disfunzionale.
Uno psicologo esperto può aiutare le persone ad affrontare i loro disturbi psichici. In primo luogo, uno psicologo può aiutare una persona a identificare le cause della sua malattia e a comprendere come queste possano influenzare le sue esperienze di vita.
In seguito, può fornire strumenti pratici per affrontare i sintomi, come ad esempio tecniche di rilassamento o imparare tecniche per gestire lo stress. Può anche fornire consigli su come modificare i pensieri negativi ed eliminare le convinzioni limitanti.
Un professionista qualificato può anche aiutare la persona a trovare un adeguato sostegno sociale e migliorare la comunicazione con gli altri. Infine, può incoraggiarla a prendersi cura di se stessa attraverso l’esercizio fisico regolare, l’alimentazione equilibrata e il riposo adeguato.
Disturbi di personalità
I Disturbi di Personalità sono condizioni mentali che influenzano la vita di un individuo e le sue relazioni sociali. Possono presentarsi con sintomi diversi, a seconda del disturbo in questione.
Un Psicologo può aiutare a identificare i sintomi e le loro cause, stabilire un piano di trattamento appropriato e fornire sostegno emotivo per affrontare questa condizione.
I Disturbi di Personalità sono caratterizzati da una combinazione di pensieri, sentimenti e comportamenti anormali che interferiscono con la vita quotidiana della persona.
Alcuni dei più comuni disturbi includono:
- il Disturbo bipolare dell’umore,
- il Disturbo borderline di personalità,
- il Disturbo narcisistico di personalità
- il Il Disturbo paranoide di personalità.
Tuttavia, c’è un ampio spettro di disturbi che possono essere riconosciuti da un Psicologo. Queste condizioni possono portare all’isolamento sociale, problemi nelle relazioni personali o alla capacità di mantenere un lavoro regolare.
Uno Psicologo-Psicoterapeuta può aiutare a individuare i segnali precocemente e fornire un trattamento personalizzato per affrontare questa condizione. La psicoterapia individuale o gruppale e altri interventi psicosociali aumentano la consapevolezza della persona su questa condizione e migliorano la condizione di salute psichica.
È importante notare che i Disturbi di Personalità sono condizioni croniche che richiedono tempo e pazienza per essere affrontate correttamente.
Disturbo bipolare dell’umore
ll Disturbo bipolare dell’;umore è un disturbo che colpisce circa il 3% delle persone nell’arco della propria vita. Si tratta di un disturbo complesso e particolarmente difficile da riconoscere, poiché il quadro clinico è multiforme ed è frequentemente associato ad altri disturbi psichiatrici – come ad esempio disturbi del controllo degli impulsi, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, sintomi psicotici e l’abuso di sostanze.
Inoltre nella maggior parte dei casi il soggetto che ha un disturbo bipolare non è consapevole di averlo, in quanto le fasi ipomaniacali e maniacali vengono percepite come normali.
In generale l’umore può essere definito come un qualcosa di affettivo che permea e colora la psiche, e che viene percepita come stabile anche se a volte si caratterizza dal susseguirsi di un grande ventaglio di sentimenti e di emozioni che fisiologicamente variano in base a diversi fattori interni – come i livelli degli ormoni – ed esterni – relazionali e ambientali.
L’umore è quindi fisiologicamente perturbato e influenzato, ma attraverso meccanismi complessi di regolazione riesce a mantenere un certo equilibrio. Il risultato è che si ha una percezione di controllo e di una naturalità del sentire le cose.
Il disturbo bipolare dell’umore è invece caratterizzato dalla perdita di questo equilibrio.
Da un lato si osserva un esasperata lunaticità, una labilità emotiva e un’instabilità affettiva che si riflette nella vita relazione e personale soggetto; dall’altro si osservano invece momenti di fissazione del tono dell’umore, tra depressione ed eccitamento maniacale. Con l’umore tende a variare:
- il livello di energia fisica;
- il sonno;
- la sensazione di minore o maggiore efficienza mentale;
- la forza e la qualità dei pensieri;
- l’appetito e il peso;
- la reattività alle provocazioni e agli eventi.
In pratica insieme all’umore sono coinvolte le priorità, il modo di prendere le decisioni, i comportamenti, i pensieri e le emozioni.
Disturbo Ossessivo Compulsivo
Il DOC – Disturbo Ossessivo Compulsivo – indica un disturbo psichiatrico che si caratterizza della presenza di compulsioni e ossessioni. In precedenza il DOC era inserito nel capitolo dei disturbi d’ansia, ma dopo l’aggiornamento del 2013 del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5), questo disturbo è stato inserito in una nuova categoria che comprende anche il disturbo da dismorfismo corporeo, il disturbo da escoriazione, il disturbo da accumulo e la tricotillomania.
Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato, come suggerisce il nome stesso, dalla presenza di compulsioni e/o ossessioni.
Una compulsione può essere definita come un forte impulso a fare continuamente qualcosa, nonostante non lo si ritenga necessario o non si desideri farla. Spesso una compulsione viene compiuta per alleviare un’ossessione o l’ansia.
Ad esempio, nel caso in cui si sia ossessionati dai germi è possibile che si presenti la compulsione di lavarsi le mani molte volte al giorno, anche se in realtà non sono sporche.
Le ossessioni invece sono pensieri difficili da togliere dalla testa. Possono riguardare idee, immagini, preoccupazioni o impulsi a fare qualcosa. Solitamente avere un’ossessione provoca disagio e ansia, e la persona si trova costretta a ripetere l’atto compulsivo proprio perché tende a ridurre l’ansia stessa. Il risultato che ne deriva è però quello di instaurare il circolo vizioso ossessione-ansia-compulsione.
Gli episodi di compulsioni e ossessioni tendono a compromettere in modo significativo anche il normale funzionamento lavorativo e sociale del soggetto.
Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce dal 2 al 3% delle persone nell’arco della propria vita e indipendentemente dal sesso. Il disturbo può presentarsi durante l’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta. Generalmente i primi sintomi si manifestano molto precocemente e nella maggior parte dei casi prima dei 25 anni.
Disturbo narcisistico
Il Disturbo narcisistico di personalità – è inquadrato come una struttura molto complessa di personalità. Il soggetto che soffre di questo disturbo tende infatti a sviluppare una specie di fissazione per l’immagine che trasmette nei confronti delle persone che ha intorno. Per questo motivo ripone assoluta attenzione a ciò che gli altri dicono – direttamente o indirettamente – su di lui.
Sintomi narcisismo patologico
- Idee grandiose di sé, che si traducono nell’assoluta convinzione di meritare un trattamento speciale, di avere talenti unici e poteri particolari, di essere attraenti e/o brillanti, di dover frequentare delle persone che siano di status elevato o altrettanto speciali;
- Fantasie di successo illimitato, come anche di bellezza, fascino e potere;
- Ritenere di non essere riconosciuti nel proprio valore e non sufficientemente apprezzati;
- Senso di apatia e di vuoto nonostante eventuali successi;
- Richiesta eccessiva di ammirazione;
- Tendenza a sfruttare gli altri;
- Mancanza di empatia, che si traduce nell’incapacità a riconoscere e identificarsi con i bisogni e i sentimenti degli altri;
- Sentimenti di invidia, vergogna o disprezzo
- Atteggiamenti presuntuosi e arroganti.
Soffermandosi invece sui tratti psicologici degli individui con disturbo narcisistico di personalità, è possibile individuare le seguenti caratteristiche:
- Visione di se stessi: si considerano vulnerabili alla trascuratezza, all’abuso e al tradimento;
- Visione degli altri: considerano gli altri inaffidabili, nonostante siano comunque capaci di vederli come affettuosi o calorosi e affettuosi;
- Credenze intermedie e profonde. Ecco qualche frase che una persona con disturbo narcisistico si ripete molto spesso: “se sono solo, non sarò in grado di affrontare la situazione”, “se i miei sentimenti sono ignorati o trascurati, perderò il controllo”, “devo chiedere quello di cui ho bisogno”;
- Strategie di coping: punire gli altri, sottomettersi, espellere la tensione con azioni autolesive, alternare l’inibizione con una protesta drammatica.
Il narcisista patologico solitamente presenta un’autostima molto fragile, che tende a renderlo vulnerabile a quelle che lui percepisce come delle aspre critiche.
I narcisisti credono infatti di essere invidiati dagli altri, ma sono ipersensibili alle sconfitte, ai fallimenti ed alle critiche. A quella dimensione rappresentata dalla tendenza alla superiorità, unicità e grandiosità, si contrappongono sentimenti di vulnerabilità, fragilità, inferiorità e paura del confronto.
Attacchi di panico
L’ Attacco di panico è una reazione di ansia intensa e improvvisa. Può essere descritto come uno stato di paura o terrore che può durare da pochi minuti a diverse ore.
Un attacco di panico può essere accompagnato da sintomi fisici come palpitazioni, sudorazione, tremori, vertigini, respiro affannoso, dolore al petto e nausea.
Può anche causare un senso di disconnessione dal proprio corpo e dall’ambiente circostante. Uno dei modi più efficaci per gestire gli attacchi di panico è rivolgersi ad uno Psicologo e Psicoterapeuta esperto.
Depressione maggiore
La Depressione maggiore è un disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza profonda, perdita di interesse, calo della spinta vitale e pensieri pessimistici.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha considerato la depressione come uno dei disturbi più invalidanti al mondo e secondo l’Oms , entro il 2030 la depressione sarà la malattia cronica più diffusa nel mondo. In Italia colpisce oggi 4,5 milioni di persone: nella maggior parte sono donne (in rapporto 2 a 1 rispetto agli uomini).
Chi soffre di depressione maggiore si sente devitalizzato, privo di energie e forza, privato della vitalità del suo desiderio. E’ un’enorme fatica alzarsi dal letto, lavarsi, fare colazione. L’idea di dover “riempire” la giornata diventa “opprimente”, perché la giornata è “vuota” o semplicemente “piena di nulla”, oscura.
La depressione maggiore è un disturbo dell’umore che può manifestarsi in diverse forme e intensità. Si tratta di una patologia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, indipendentemente dall’età, dal genere o dalla posizione sociale. I sintomi possono variare da persona a persona, ma solitamente includono tristezza persistente, perdita di interesse per le attività quotidiane, sensazione di vuoto interiore, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni, disturbi del sonno e dell’appetito.
La causa della depressione maggiore non è ancora stata completamente compresa dalla comunità scientifica, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Tra i fattori biologici più importanti figurano le alterazioni chimiche nel cervello (in particolare la riduzione dei livelli di serotonina e noradrenalina), mentre tra quelli psicologici spiccano il trauma infantile, la bassa autostima e lo stress cronico.
Gli eventi della vita come la perdita del lavoro, la fine di una relazione o la morte di una persona cara possono anche scatenare un episodio depressivo. La diagnosi della depressione maggiore viene effettuata da un professionista sanitario sulla base dei sintomi riportati dal paziente e delle valutazioni effettuate attraverso test psicometrici. Una volta diagnosticata, la depressione maggiore può essere trattata con una combinazione di farmaci e psicoterapia . La psicoterapia analitica o psicodinamica è una delle opzioni terapeutiche più efficaci.
Depressione post-partum
Quando parliamo di Depressione post-partum dobbiamo necessariamente fare una preliminare precisazione. Molte neo-mamme sperimentano un malessere fisiologico che prende il nome di baby blues. Spesso questo malessere si manifesta immediatamente dopo la nascita del bambino e generalmente si caratterizza di crisi di pianto e/o sbalzi d’umore che si risolvono velocemente.
Altre neo-mamme, invece, vanno incontro ad una più duratura e severa forma di depressione, quella che appunto viene chiamata con il nome di depressione post-partum. Per completezza bisogna anche ricordare come ancor più raramente dopo la nascita del bambino si può manifestare la psicosi post-partum, ovvero una forma estrema di depressione post-partum.
Questa piccola introduzione ci serve per comprendere come nei giorni immediatamente successivi al parto sia assolutamente considerato come “normale” e “fisiologico” per la neo-mamma affrontare un periodo caratterizzato da difficoltà a dormire, ansia, crisi di pianto, instabilità emotiva e/o calo dell’umore. Si tratta del cosiddetto baby blues.
Oltre il 70% delle donne infatti manifesta sintomi che possono essere associati a una leggera depressione post-partum, che sono però caratterizzati dal fattore della temporaneità. Generalmente iniziano 2-3 giorni dopo il parto e tendono a scomparire entro pochi giorni, per cui non si trasformano necessariamente in un vero e proprio disturbo.
La depressione post partum è invece un vero e proprio disturbo dell’umore che si manifesta attraverso la presenza di sintomi depressivi che continuano per più di 2 settimane dopo il parto e che tendono ad interferire con le attività della vita quotidiana. Le donne colpite dalla vera e propria depressione post-partum sono circa il 10-20% nel periodo subito dopo al parto e solitamente è caratterizzata da una serie di sintomi. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Depressione reattiva
La depressione reattiva è una condizione psicologica che si verifica come reazione a un evento stressante o traumatico. Si tratta di una forma di depressione situazionale, che può manifestarsi in risposta a problemi personali, familiari o lavorativi. Nonostante la sua natura reattiva, la depressione può essere molto debilitante e richiedere trattamento professionale.
I sintomi della depressione reattiva possono includere tristezza persistente, perdita di interesse per le attività quotidiane, affaticamento, difficoltà di concentrazione e problemi di sonno. La gravità dei sintomi può variare da persona a persona e dipendere dalla gravità dell’evento scatenante. In alcuni casi, la depressione reattiva può portare a pensieri suicidi.
Il trattamento della depressione reattiva può includere la psicoterapia, farmaci o una combinazione dei due. La psicoterapia analitica o psicodinamica aiuta i pazienti ad esplorare ed individuare le dinamiche inconsce che alimentano il sintomo ed il disagio. I farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi della depressione e a migliorare il benessere generale del paziente.
È importante sottolineare che la depressione reattiva non è un segno di debolezza o mancanza di volontà. È una condizione psicologica che richiede attenzione e cura professionale. I pazienti con depressione reattiva devono essere incoraggiati a cercare aiuto e supporto da amici, familiari o professionisti della salute mentale.
La depressione reattiva è una particolare forma di depressione. Possiamo definirla come una risposta prolungata ed eccessiva ad un evento traumatico, quali ad esempio un licenziamento o una grave ingiustizia, ma anche un lutto.
Alcuni studi hanno osservato che questa forma di depressione risulta essere più frequente nel sesso femminile, mentre negli uomini l’evento doloroso o traumatico scatenante riguarda soprattutto la propria vita professionale.
Nonostante vi siano alcuni aspetti molto simili alla Depressione Maggiore, la depressione reattiva si differenzia da questa principalmente per alcune caratteristiche sintomatologiche e soprattutto per la genesi e le cause.